Intel licenzia 17.000 lavoratori e crolla a Wall Street: ecco i motivi

Intel ha annunciato il licenziamento di 17.000 dipendenti e la sospensione dei dividendi, portando a un crollo del 27% del titolo a Wall Street, a causa delle perdite nel secondo trimestre e delle sfide nel mercato dei chip per intelligenza artificiale.

Intel licenzia 17.000 lavoratori e crolla a Wall Street: ecco i motivi

La notizia che Intel ha deciso di licenziare 17.000 lavoratori, pari a oltre il 15% della sua forza lavoro, ha scosso i mercati finanziari e provocato un crollo significativo del titolo della società. Dopo l’annuncio dei risultati del secondo trimestre, che hanno messo in luce gravi difficoltà economicofinanziarie e strategiche, le azioni di Intel sono scivolate del 27% a Wall Street, perdendo oltre 24 miliardi di dollari in valore di mercato.

L’annuncio dei licenziamenti è parte di un piano di riduzione dei costi che entrerà in vigore dal 2025. Secondo Intel, questo piano dovrebbe portare a risparmi di circa 10 miliardi di dollari e migliorare l’efficienza e la competitività dell’azienda. La decisione di sospendere il pagamento dei dividendi a partire dal quarto trimestre è un ulteriore indicazione delle difficoltà economiche della multinazionale.

Gran parte dei licenziamenti sarà completata entro la fine dell’anno, con l’obiettivo di ridurre i costi e ristrutturare l’azienda in risposta alla situazione finanziaria critica. I risultati finanziari di Intel per il secondo trimestre hanno rivelato perdite considerevoli e un fatturato inferiore alle attese. La società prevede che il fatturato per il terzo trimestre sarà compreso tra 12,5 e 13,5 miliardi di dollari, al di sotto delle stime degli analisti.

La causa principale di queste difficoltà è un calo della spesa sui semiconduttori e il ritardo di Intel nel settore dei chip per intelligenza artificiale (IA), un mercato in rapida crescita in cui i concorrenti come Nvidia, Qualcomm e AMD stanno dominando. Il CEO di Intel, Pat Gelsinger, ha dichiarato che la riduzione del debito e la ristrutturazione della forza lavoro sono essenziali per migliorare la posizione dell’azienda. Ha anche sottolineato che la ristrutturazione comporta un cambiamento nella struttura del personale, con una maggiore concentrazione su chi opera sul campo piuttosto che nella sede centrale.

Attualmente, Intel impiega circa 116.500 persone e prevede una riduzione delle spese in conto capitale del 17% su base annua entro il 2025. La situazione di Intel è contrastata dai risultati positivi di altre grandi aziende tecnologiche. Apple, ad esempio, ha visto un aumento del fatturato a 85,78 miliardi di dollari e ha superato le stime degli analisti. Anche Ferrari ha riportato un incremento dell’utile netto del 16%, mentre Amazon ha raddoppiato l’utile netto a 13,5 miliardi di dollari, nonostante un calo del 5% nel valore delle azioni dopo la pubblicazione dei risultati.

Meta, dal canto suo, ha visto un rialzo del 22% nei ricavi, grazie principalmente alla pubblicità digitale e all’intelligenza artificiale. Il crollo di Intel riflette una fase di grande cambiamento e difficoltà per il gigante dei microchip, che deve affrontare sfide significative in un settore sempre più competitivo e in rapida evoluzione. Le sue difficoltà evidenziano le pressioni che le grandi aziende tecnologiche devono affrontare per rimanere competitive in un mercato in cui l’innovazione è essenziale e le strategie devono essere costantemente adattate per rispondere alle nuove dinamiche e alle esigenze emergenti del settore.

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