Innovazione e strategie incrociate: Apple, Google e Samsung ridisegnano il futuro della tecnologia mobile

Apple, Google e Samsung rilanciano la sfida nel panorama hi-tech globale, puntando su chip personalizzati, smart home consapevoli e dispositivi pieghevoli avanzati, tra nuove alleanze strategiche e tecnologie intelligenti.

Innovazione e strategie incrociate: Apple, Google e Samsung ridisegnano il futuro della tecnologia mobile

Il mondo della tecnologia sta vivendo un’accelerazione senza precedenti, e i tre giganti dell’hi-tech – Apple, Google e Samsung – si muovono in direzioni diverse ma complementari, con un obiettivo comune: dominare l’esperienza d’uso degli utenti attraverso hardware sempre più avanzato e un ecosistema software integrato, sicuro e intelligente. Mentre Samsung prepara il terreno per una nuova era di smartphone Galaxy con chip su misura e funzioni inedite come il supporto ai magneti Qi2, Google rafforza la sua visione della smart home e dell’intelligenza artificiale distribuita, ridefinendo le potenzialità di Android e dei dispositivi Pixel. Apple, dal canto suo, sperimenta nel segmento dei foldable e affronta lo scetticismo del mondo automotive con la sua ambiziosa piattaforma CarPlay Ultra. Le ultime novità mostrano come ogni azienda stia ridefinendo il proprio ruolo nell’ecosistema tech globale, tra alleanze strategiche, rivoluzioni progettuali e nuove sfide industriali.

Mondo Samsung

Una nuova alleanza strategica: Galaxy S26 potrebbe debuttare con un chip Snapdragon “su misura” firmato Samsung

Dalla Corea del Sud arriva un’indiscrezione destinata a far discutere: il futuro Galaxy S26 potrebbe essere equipaggiato con una versione esclusiva dello Snapdragon 8 Elite 2 prodotta non da TSMC, ma direttamente da Samsung Foundry. Secondo quanto riportato da Business Post, Qualcomm sarebbe pronta a differenziare la produzione del suo nuovo chipset top di gamma, riservando a Samsung un’edizione costruita sul nodo a 2 nanometri, mentre per il mercato generale resterebbe la versione a 3 nanometri realizzata da TSMC.

Si tratterebbe di un cambiamento storico, che segnerebbe una nuova fase nella collaborazione tra le due aziende: non più solo ottimizzazioni software o frequenze personalizzate, ma un vero e proprio chip “su misura“, costruito con tecnologia proprietaria Samsung. I test interni sarebbero già in corso, con una resa attuale stimata intorno al 40%, segno che il progetto è ambizioso ma ancora in fase evolutiva. Se tutto andrà come previsto, Samsung potrebbe tornare a giocare un ruolo di primo piano nella produzione dei chip più avanzati per smartphone, rilanciando la competitività della sua divisione Foundry e assicurando ai suoi flagship un’esperienza ancora più integrata e ottimizzata.

Galaxy S26 Ultra verso la rimozione del digitalizzatore S Pen: spazio agli magneti Qi2

Il Galaxy S26 Ultra potrebbe segnare un cambiamento importante per la serie top di gamma di Samsung: secondo indiscrezioni diffuse dal noto leaker Panda Flash, il colosso sudcoreano starebbe valutando la rimozione del digitalizzatore dedicato alla S Pen, allo scopo di fare spazio all’integrazione dei magneti per il nuovo standard di ricarica wireless Qi2. Questa scelta, pur rappresentando una rinuncia per i fan più fedeli dell’esperienza “Note-like”, risponderebbe a una richiesta crescente da parte dell’utenza, ovvero avere un sistema magnetico simile al MagSafe di Apple, in grado di migliorare l’allineamento e la stabilità durante la ricarica senza fili.

Il cambiamento non riguarderebbe solo la variante Ultra: anche i modelli Galaxy S26 e S26 Plus potrebbero adottare i magneti Qi2 già dal prossimo anno, superando così una limitazione del Galaxy S25, che pur supportando il nuovo standard richiede una custodia aggiuntiva per sfruttarlo appieno. Al momento, Samsung non ha commentato ufficialmente i rumor, ma se confermato, questo spostamento d’equilibrio tra funzionalità professionali e comodità mainstream potrebbe rappresentare una svolta strategica nella progettazione della gamma Galaxy S.

Galaxy S26 Edge debutta prima del previsto: la conferma arriva dal database IMEI

Samsung ha ufficialmente lasciato tracce della prossima generazione Galaxy S26 nei registri internazionali: il Galaxy S26 Edge e il Galaxy S26 Ultra sono stati entrambi individuati nel database IMEI del GSMA, segnando così il primo passo concreto verso il lancio. La comparsa anticipata di queste varianti alimenta l’ipotesi che la nuova serie Galaxy S26 potrebbe debuttare in modo più compatto e simultaneo rispetto al passato, con l’Edge già previsto al lancio insieme ai modelli standard, Plus e Ultra. Secondo i primi dettagli, le sigle SM-S947U e SM-S948N indicano le versioni per il mercato statunitense e quello sudcoreano, suggerendo una distribuzione globale ben pianificata. A livello tecnico, le indiscrezioni parlano del ritorno della doppia strategia di chipset, con i nuovi Exynos 2600 previsti per l’Europa e l’Asia, e lo Snapdragon 8 Elite 2 destinato invece ai Galaxy S26 Ultra per tutti i mercati. Se confermato, questo approccio sancirebbe il ritorno alla divisione regionale dei SoC dopo l’esperimento unificato del Galaxy S25.

Galaxy Buds Core confermano ANC e lunga autonomia prima del lancio ufficiale

La nuova generazione degli auricolari wireless Galaxy Buds Core è stata anticipata dalla stessa Samsung, che ha svelato dettagli chiave prima dell’evento previsto per il 9 luglio. Tra le caratteristiche confermate spicca il supporto al cancellamento attivo del rumore (ANC), eredità del modello precedente Galaxy Buds FE, insieme a un’ottima autonomia totale di circa 35 ore grazie alla batteria da 500 mAh del case e 65 mAh per ogni auricolare. La connettività Bluetooth 5.4 assicura una connessione stabile, mentre la certificazione IP54 garantisce resistenza a sudore e spruzzi d’acqua. I Galaxy Buds Core saranno disponibili nelle classiche varianti nero e bianco, puntando a un equilibrio tra qualità audio, comfort e durata per un pubblico più ampio.

Samsung gioca d’anticipo, ma con prudenza: il visore XR parte da 100.000 unità

Samsung entra ufficialmente nel mondo della realtà estesa con un primo dispositivo XR conosciuto internamente come “Project Moohan“, ma lo fa con i piedi ben piantati a terra. Secondo quanto riportato dalla testata sudcoreana The Elec, il colosso dell’elettronica prevede di produrre inizialmente solo 100.000 unità entro la fine del 2025, un numero piuttosto contenuto se confrontato con le cifre di lancio di concorrenti come Meta o Apple. La strategia appare chiara: testare il terreno, osservare le reazioni del pubblico e calibrare la propria presenza nel settore in base ai dati di mercato. Ciononostante, le indiscrezioni parlano di un prodotto ambizioso, con pannelli OLEDos forniti non solo da Samsung Display ma anche da Sony, scelta che evidenzia la volontà di puntare su una qualità visiva elevata fin dal debutto. Con il lancio previsto per ottobre e una possibile anteprima al prossimo evento Unpacked del 9 luglio, Samsung sembra pronta a scommettere su un nuovo fronte tecnologico, senza però correre rischi inutili.

Mondo Google

Google Home diventa meteo-sensibile: in arrivo dati su clima e qualità dell’aria

Google Home si prepara a integrare nella schermata dei Preferiti nuove informazioni ambientali, come le previsioni meteo e l’indice di qualità dell’aria (AQI), rendendole accessibili anche agli utenti privi di sensori Nest. Il codice dell’ultima versione dell’app (v3.35.55) svela infatti l’imminente arrivo di queste funzionalità, al momento non ancora attive, che apriranno la strada a routine intelligenti basate sulle condizioni esterne: dal controllo automatico dei purificatori e delle ventole alla gestione dell’irrigazione, fino agli avvisi per finestre aperte in caso di smog. Un passo in avanti verso una smart home più reattiva, consapevole e attenta al benessere ambientale degli utenti.

Android 16 QPR1 Beta 2.1: migliorie mirate per un’esperienza più fluida

Google continua il lavoro di affinamento sulla prossima versione del suo sistema operativo con il rilascio dell’aggiornamento Android 16 QPR1 Beta 2.1, una versione intermedia ma importante che si concentra principalmente sulla correzione di bug rilevati nella precedente beta. Nonostante il peso contenuto del pacchetto – appena 4,2 MB – gli interventi apportati migliorano concretamente l’usabilità quotidiana del sistema. Tra le novità più rilevanti troviamo la risoluzione del bug che impediva la visualizzazione del pulsante di approvazione nelle impostazioni di amministrazione, la correzione del suono di blocco schermo che veniva riprodotto anche se disattivato, e l’eliminazione di crash anomali del launcher quando si tornava alla home tramite gesture. Sistemato anche il comportamento errato del pulsante Indietro, che in alcuni casi risultava bloccato. Il rilascio include inoltre le patch di sicurezza aggiornate a giugno 2025. L’update è in distribuzione via OTA per tutti i dispositivi Pixel dal Pixel 6 in poi, oltre al Pixel Tablet, purché già iscritti al programma beta di Android 16.

Gemini cambia approccio: Google chiarisce come funzionerà l’integrazione con le app

Dopo giorni di perplessità e critiche legate alla comunicazione poco trasparente sui nuovi comportamenti di Gemini, Google ha deciso di intervenire per chiarire la natura degli aggiornamenti in arrivo. Tutto è partito da un’email inviata agli utenti, che annunciava modifiche all’interazione dell’intelligenza artificiale con alcune app di sistema su Android – come Telefono, Messaggi, WhatsApp e altre utilità – anche nel caso in cui l’opzione “Attività delle app Gemini” risultasse disattivata. Questo ha generato confusione e timori in merito alla privacy, lasciando intendere che l’AI potesse accedere ai dati sensibili senza autorizzazione esplicita.

In risposta, Google ha precisato che le nuove funzionalità permetteranno semplicemente a Gemini di agire come un vero assistente personale, potendo aiutare l’utente a compiere operazioni quotidiane come inviare messaggi o impostare timer, senza però raccogliere o analizzare i contenuti scambiati. Le chat non verranno registrate né usate per addestrare i modelli, e sarà sempre possibile disattivare del tutto l’integrazione con le app. Il cambiamento, previsto per il 7 luglio, segna un’evoluzione nel ruolo operativo di Gemini, con un focus più marcato sulla privacy e sulla comodità d’uso, cercando di rassicurare gli utenti pur continuando a spingere sull’integrazione AI nei dispositivi mobili.

Google AI Pro: arriva il piano annuale

Google AI Pro ora offre anche un piano annuale da 220 euro, che consente un risparmio del 16% rispetto al pagamento mensile. Questa novità amplia le opzioni di abbonamento, includendo l’accesso a Gemini AI 2.5 Pro, 2 TB di spazio di archiviazione e funzionalità avanzate come NotebookLM, rendendo l’offerta più flessibile e conveniente per gli utenti più esigenti.

YouTube cambia rotta: stop alle dirette per gli under 16 non accompagnati

A partire dal 22 luglio 2025, YouTube alzerà a 16 anni l’età minima per trasmettere in diretta sulla piattaforma, introducendo un nuovo limite pensato per tutelare i più giovani. Gli utenti tra i 13 e i 15 anni potranno comparire nelle live solo se accompagnati da un adulto, altrimenti perderanno funzioni come la chat in tempo reale. Le nuove linee guida segnalano l’intenzione di YouTube di adottare un approccio più rigido verso gli streamer minorenni, con sanzioni che includono la chiusura delle live e il blocco temporaneo dell’account per chi viola le regole. La piattaforma, sempre più sotto pressione per garantire un ambiente digitale sicuro, prende così una decisione impopolare ma necessaria, ponendo le basi per una maggiore responsabilità nell’accesso ai contenuti e alla creazione di video da parte degli adolescenti.

Pixel 10 alza l’asticella con il nuovo Tensor G5 ma taglia sulle fotocamere: ecco cosa cambia

Il Google Pixel 10 si prepara al debutto ufficiale previsto per agosto, e un recente leak ne ha svelato la scheda tecnica quasi definitiva. Il dispositivo sarà dotato di uno schermo OLED da 6,3 pollici con risoluzione FHD+ e refresh rate fino a 120 Hz, con una luminosità di picco che raggiunge i 3.000 nit. Al cuore del dispositivo ci sarà il nuovissimo chipset Tensor G5 prodotto da TSMC a 3 nm, che promette efficienza migliorata e prestazioni superiori, anche se non sarà affiancato da una camera di vapore per il raffreddamento. Il dispositivo offrirà configurazioni da 12 GB di RAM con 128 o 256 GB di archiviazione, ma alcuni appassionati potrebbero non apprezzare il downgrade del comparto fotografico: il sensore principale passa da 50 a 48 megapixel (con OIS), mentre l’ultrawide scende da 48 a 12 megapixel. In compenso, viene introdotto un nuovo teleobiettivo da 10,8 megapixel con zoom ottico fino a 5x. La batteria sarà da 4.970 mAh con ricarica rapida a 30 W e wireless a 15 W, mentre il sistema operativo preinstallato sarà Android 16. Il supporto al Wi-Fi 7 è confermato, ma il prezzo di lancio resta al momento ignoto.

Mondo Apple

Apple CarPlay Ultra divide l’industria: i big dell’automotive si sfilano

Nonostante il debutto in pompa magna e l’adozione da parte di Aston Martin, la nuova piattaforma CarPlay Ultra di Apple sta incontrando una resistenza inaspettata tra molti dei principali marchi automobilistici. Case di primo piano come Mercedes-Benz, Audi, Volvo, Polestar e Renault hanno infatti deciso di non supportare la nuova versione del sistema, preferendo mantenere l’attuale CarPlay standard. Anche BMW, inizialmente indicata da Apple come partner, ha chiarito di non voler integrare le funzionalità avanzate della versione Ultra. Il motivo alla base del rifiuto risiede, secondo fonti vicine ai produttori, nella gestione dei dati sensibili raccolti dalle auto: Apple richiede un’integrazione più profonda, che potrebbe compromettere la riservatezza delle informazioni interne ai sistemi di bordo.

Solo pochi marchi, come Hyundai (con Kia e Genesis) e Porsche, hanno confermato l’adozione del nuovo standard. Il resto dell’industria, pur riconoscendo il valore delle interfacce Apple e Android per la soddisfazione del cliente, preferisce un approccio più cauto, privilegiando soluzioni che non mettano a rischio la sovranità dei dati delle proprie vetture.

Apple piega le regole: i primi dettagli sul prototipo dell’iPhone foldable svelano un design in stile iPad mini

 

Il futuro iPhone pieghevole continua a far parlare di sé, e le ultime indiscrezioni forniscono uno sguardo più dettagliato sul design, sul comparto fotografico e sulle scelte costruttive del primo dispositivo foldable di Apple. Secondo quanto rivelato dal noto informatore Digital Chat Station, il prototipo attuale prevede un display interno da 7,6 pollici con risoluzione di circa 2.713 x 1.920 pixel, leggermente inferiore in termini di diagonale rispetto agli 8,2 pollici previsti per il Galaxy Z Fold 7, ma con un form factor che richiamerebbe le proporzioni compatte di un iPad mini. Sul piano fotografico, il dispositivo sarebbe dotato di due fotocamere posteriori da 48 megapixel: una principale e una ultra-grandangolare. A renderle ancora più interessanti è l’adozione della tecnologia Fusion, che permetterà – grazie a un sofisticato sistema di ritaglio intelligente – di simulare distanze focali di 24, 28 e 35 mm con una sola lente, senza ricorrere a un modulo telefoto. Una scelta che, oltre a ridurre lo spessore complessivo del dispositivo, indica la volontà di Apple di trovare un equilibrio tra qualità fotografica e design ultracompatto. Il sensore principale, secondo le previsioni, avrà un’apertura di f/1.78, lunghezza focale di 24 mm e stabilizzazione avanzata. Dal punto di vista costruttivo, Apple punterà su una scocca in titanio – come già avviene con gli ultimi modelli Pro – e su una cerniera in metallo liquido, materiale noto per la sua resistenza e flessibilità, che potrebbe contribuire a ridurre o eliminare il segno della piega centrale sul display. La combinazione di queste soluzioni dovrebbe garantire un dispositivo solido, elegante e altamente duraturo.

 

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