In Cina, una metropoli potrebbe essere illuminata da una luna artificiale

Si tratta di una 'bizzarra' notizia riportata dalla stampa internazionale. Secondo quanto riportato da 'People's Daily Online', a partire dal 2020 la città di Chengdu potrebbe essere illuminata da una vera e propria luna artificiale.

In Cina, una metropoli potrebbe essere illuminata da una luna artificiale

È chiaro che, da un bel po’ di anni a questa parte, il progresso tecnologico stia invadendo ogni possibile campo della nostra vita. Allo scopo di migliorarne la qualità (nella buona parte dei casi), vengono diffusi nuovi prodotti che, in un modo o nell’altro, si rivelano veramente utili. Un esempio banale può essere Google Home, l’assistente vocale che si materializza sotto-forma di un piccolo dispositivo che interagisce con la propria casa. Ma gli esempi, ovviamente, non si fermano al solo campo dell’informatica ed elettronica.

Nell’ottica del progresso, assume una certa rilevanza una notizia appena portata alla luce dalla stampa internazionale (al punto da essere trattata anche da quotidiani autorevoli come The Guardianper citare un esempio). Stando a quanto emerso, entro il 2020 potrebbe entrare in funzione la prima luna artificiale al fine di sostituire l’illuminazione elettrica stradale.

La fonte di questa notizia è cinese e proviene dal People’s Day Online. Stando a quanto riportato, entro il 2020 la città di Chengdu potrebbe essere illuminata da una vera e propria luna creata dall’uomo. Secondo Wu Chunfeng, il capo dell’Aerospace Science & Technology Microelectronics System Research della stessa città, questa luna (che, nella fattispecie, consisterebbe in un satellite artificiale) avrebbe la capacità di illuminare le strade fino ad 8 volte di più rispetto al nostro satellite naturale.

Tale satellite avrebbe una dimensione tale da illuminare una porzione di terreno avente un diametro compreso tra i 10 e gli 80 chilometri (che corrispondono a circa 5000 chilometri quadrati). Questa enorme dimensione, tuttavia, non sarebbe sufficiente ad illuminare l’intera cittadina: la sua estensione territoriale arriva a circa 12 mila chilometri quadrati, un’area enorme se confrontata con quella della nostra Roma, per esempio (la quale dispone di circa 1287 chilometri quadrati).

Sebbene tale invenzione possa essere effettivamente ‘innovativa’, non sono mancate le polemiche. Alcuni avrebbero manifestato preoccupazione circa gli animali che, nel peggiore dei casi, potrebbero essere ‘infastiditi’ da questa luce ‘anomala’. Altri sostengono, invece, che tale satellite possa in qualche modo interferire con le osservazioni astronomiche. Nonostante ciò, alcuni esperti riferiscono che tale luce non sia tale da destare troppe preoccupazioni (la luce sarebbe molto simile al bagliore del pulviscolo).

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