Recentemente, Google ha risposto con fermezza alle proposte avanzate dal governo degli Stati Uniti che potrebbero portare a una scissione delle sue attività, in particolare dei suoi popolari prodotti Chrome e Android. L’azienda ha dichiarato che tale decisione non solo danneggerebbe i suoi servizi, ma influenzerebbe anche negativamente il mercato e la concorrenza.
Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha presentato un documento in cui vengono suggeriti “cambiamenti strutturali” significativi, che potrebbero includere la separazione delle divisioni chiave dell’azienda, come il browser Chrome e il sistema operativo Android. Queste misure sono parte di un’iniziativa più ampia per contrastare quelli che il governo considera monopoli illegali nel settore della ricerca online e della pubblicità. Inoltre, il governo ha richiesto a Google di condividere informazioni relative a query di ricerca, clic e risultati con i concorrenti e di limitare il suo controllo sulle tecnologie emergenti, comprese quelle legate all’intelligenza artificiale.
In una nota pubblicata sul proprio sito, Google ha dichiarato che “scindere Chrome o Android li distruggerebbe” e che l’azienda ha investito miliardi di dollari in queste piattaforme. Il gigante della tecnologia ha sottolineato che Chrome non è solo un browser, ma una tecnologia fondamentale che sostiene anche molti browser concorrenti grazie al suo codice open-source. Se le divisioni venissero separate, si teme che ciò comporterebbe un aumento dei costi per i consumatori e un indebolimento della posizione di Google rispetto ai suoi concorrenti, come Apple.
Google ha anche evidenziato i rischi legati alla privacy e alla sicurezza che deriverebbero dalla condivisione delle informazioni con altre aziende. “Costringere Google a condividere le tue query di ricerca con concorrenti mette a rischio la tua privacy e sicurezza”, ha dichiarato l’azienda. Questo punto è particolarmente delicato, considerando le attuali preoccupazioni riguardo alla protezione dei dati. Un’altra area di preoccupazione per Google è l’intelligenza artificiale. La vice presidente per gli Affari Regolatori, Lee-Anne Mulholland, ha avvertito che “ostacolare gli strumenti di intelligenza artificiale di Google rischia di frenare l’innovazione americana in un momento critico”. Google ritiene che la regolamentazione eccessiva in questo campo potrebbe distorcere gli investimenti e ostacolare la leadership tecnologica degli Stati Uniti, fondamentale in un’epoca di competizione globale serrata.
La proposta del governo rappresenta una svolta storica, potenzialmente la prima scissione significativa in quattro decenni per un’azienda così influente. Gli analisti temono che tali misure possano avere conseguenze indesiderate per l’innovazione e per i consumatori, in un momento in cui Google deve affrontare già sfide significative nella battaglia per l’intelligenza artificiale.