Il futuro delle tecnologie indossabili sta nei tatuaggi temporanei?

Per tecnologie indossabili, spesso si intende il proprio smartwatch, o una comune fitness band. Tuttavia, sempre più in futuro, le wearable technologies potranno consistere in supporti a diretto contatto con la nostra pelle. Per monitoraggi medici e non solo.

Il futuro delle tecnologie indossabili sta nei tatuaggi temporanei?

Con l’avvicinarsi dell’estate, si avvicina il momento in cui le persone ricorreranno ai tatuaggi temporanei, ovvero a quei tatuaggi che durano giusto il tempo per essere esposti in spiaggia agli sguardi altri. Secondo una recente ricerca scientifica, un domani, tali tatuaggi potranno anche essere usati a scopo medico, per monitorare la salute delle persone.

Un team dell’Università di Wisconsin-Madison, capitanato dal dottor Zhenqiang “Jack” Ma, ha studiato le virtù della forma elicoidale del DNA e, sulla base di queste ultime, ha realizzato dei circuiti sottilissimi (appena 25 micron, in ragione dei 640 tradizionali), dalla forma a “molla”, che riescono a rimanere efficienti e funzionanti anche quando vengono deformati e tirati in lungo e in largo. 

Così strutturati, i circuiti in questione si prestano assai bene ad essere “stampati” temporaneamente sulla pelle delle persone in modo da monitorare, con perizia, alcuni parametri fisici: in effetti, secondo i ricercatori di Ma, i circuiti tatuati fornirebbero anche una schermatura dalle interferenze esterne e, per questo motivo, sarebbero in grado di diffondere un segnale di prima qualità. Le frequenze adoperate, in tal senso, sarebbero sui 40 GHz, quanto basta per rientrare nella banda del 5G di futuro avvento. Un altro pregio, poi, dei circuiti stampati sulla pelle sarebbe quello di poter essere combinati, in modo efficace e veloce, sì da ottenere macro-circuiti polifunzionali (anche qui, la famosa ottica modulare che sta contagiando gli smartphone).

Come dicevamo, il principale ambito applicativo di questi circuiti così flessibili è quello della ricerca e del monitoraggio medico. Tuttavia, nulla esclude che possano anche trovare un qualche impiego nell’Internet delle Cose (IoT). Il problema, semmai, è di come alimentare delle tecnologie indossabili simili: le batterie attuali, infatti, sono grosse e piuttosto rigide, indi mal si prestano all’uso nei tatuaggi “smart” visti sopra.

La soluzione, in questo caso, è venuta dal team di ricercatori di John Rogers dell’Università dell’Illinois. I creativi studiosi agli ordini di Rogers, infatti, hanno realizzato una batteria, posta su una superficie flessibile, strutturata come una rete di mini celle (qualche millimetro) agli ioni di litio collegate tra di loro tramite circuiti elastici: questi ultimi, secondo i test eseguiti, sono in grado di allungarsi anche del 30% senza che si perda l’efficienza energetica e senza che si infici la ricarica che, in tal caso, arriva da minipanelli solari (delle stesse dimensioni delle celle energetiche). 

Attualmente, la soluzione energetica inventata dai ricercatori dell’Illinois è stata sperimentata con successo in un dispositivo posto su pelle umana e dotato di sensore termico in modo da poter comunicare, via NFC, la temperatura del paziente che continuamente monitorava. 

E voi, vi sentireste tranquilli nell’indossare questi tatuaggi smart?

Continua a leggere su Fidelity News