Ogni giorno, spulciando le newsletter sulle innovazioni tecnologiche, siamo sommersi di indiscrezioni su mille nuovi smartphone, tv a 4K con più di 70 pollici ed altre incredibili innovazioni.
Nessuno, credo, avrà dimenticato che Google è al lavoro su un’auto che si guida da sola e che Tesla ha appena inventato una batteria (sic!) con la quale alimentare i bisogni domestici. I progressi ci sono. A volte ci sembrano effimeri ma non sempre è così.
Di tanto in tanto, le innovazioni riguardano cose, o device, che aiutano davvero a migliorare la qualità della vita (es, Dot, lo smartwatch per ipovedenti). Sempre per la serie delle tecnologie utili, dall’America è giunta notizia che alcune innovazioni di quelle più recenti, es. quelle indossabili ed i droni, potrebbero essere usati dai vigili del fuoco americani per i loro interventi più rischiosi.
Ad oggi, infatti, una situazione di rischio come un incendio in un luogo chiuso può essere risolta solo grazie all’esperienza degli uomini chiamati in causa: costoro, in pochi attimi, sono costretti a prendere decisioni spinose per salvare la vita delle persone in pericolo, senza – per altro – compromettere (eccessivamente) la loro. Il prezzo da pagare per i successi di questi uomini, a volte sono davvero alti e non mancano, comunque, le tante possibilità di errore causato dallo stress del momento. Forse, però, qualcosa – come accennavamo – sta per cambiare.
Alcuni studiosi del “National Institute of Standards and Technology” e della “Fire Protecttion Research Foundation” hanno pubblicato un interessante studio sull’applicazione delle nuove tecnologie al lavoro dei “Firemen” americani.
Tra gli scenari proposti, futuristici ma non tanto, vi sono quelli in cui i vigili del fuoco potrebbero indossare tute con sensori in grado di rilevare i dati della situazione di pericolo in modo da trasmetterli a tutti gli uomini sul campo. Altri dati potrebbero essere acquisiti dalle telecamere a circuito chiuso, e dai sistemi di ventilazione degli edifici in fiamme: in tal modo si potrebbe avere un quadro più chiaro della situazione.
Altre informazioni, poi, potrebbero giungere dai droni che, opportunamente equipaggiati, potrebbero entrare nel cuore dell’incendio per valutare i danni e la collocazione precisa delle persone da salvare: in tal modo gli interventi dei vigili sarebbero con maggiore cognizione di causa e, soprattutto, ben mirati.
Non dimentichiamo, poi, la possibilità di indossare degli smartwatch che rendano i vigili più immediatamente localizzabili e monitorabili nelle loro condizioni di salute al momento dell’azione sul campo: con dei gadget del genere, sarebbe molto più semplice coordinare le azioni sul campo.
L’unico problema, a quanto emerge dallo studio, è il pericolo – per i vigili – di un sovraccarico informativo: oltre ai dati che acquisirebbero dai loro stessi sensi, dovrebbero avere a che fare con quelli provenienti dai loro colleghi e dai loro aiutanti digitali. Sarebbero pronti a decidere per il meglio o, presi dal rumore informativo, potrebbero commettere errori a posteriori evitabilissimi?