Google sotto pressione: smembramento, Linux su Pixel, Android 16, Chromecast bloccato e Pixel 4a a rischio surriscaldamento

Google si trova ad affrontare una serie di sfide, tra cui richieste di smembramento da parte del Dipartimento di Giustizia, una revisione del linguaggio aziendale per adattarsi a nuove politiche e significativi aggiornamenti nei suoi dispositivi, come il supporto a Debian Linux sui Pixel e il miglioramento della modalità desktop in Android 16.

Google sotto pressione: smembramento, Linux su Pixel, Android 16, Chromecast bloccato e Pixel 4a a rischio surriscaldamento

Google continua a essere al centro dell’attenzione con una serie di importanti novità e sviluppi. Il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti ha rilanciato la sua richiesta di smembramento dell’azienda, puntando a una separazione tra i suoi principali servizi come Chrome e Android. Nel frattempo, Google sta affrontando anche cambiamenti interni, come la revisione del linguaggio nelle sue comunicazioni ufficiali, per adattarsi alle nuove direttive politiche. Ma non finisce qui: con l’arrivo di Android 16, l’azienda sta lavorando per migliorare l’esperienza desktop sugli smartphone e ha introdotto il supporto nativo a Debian Linux sui dispositivi Pixel, offrendo nuove funzionalità agli utenti avanzati. Infine, problemi tecnici come quelli legati al Chromecast di seconda generazione e un aggiornamento emergenziale per il Pixel 4a dimostrano come Google sia costantemente impegnata a migliorare la propria offerta, ma anche a gestire le sfide che accompagnano la sua crescita.4o mini

Google sotto pressione: il DOJ rilancia la richiesta di smembramento

La disputa tra il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e Google si intensifica con la nuova richiesta di separazione delle sue attività principali. Secondo l’ultima documentazione depositata in tribunale, il DOJ insiste sulla necessità che Google ceda il suo browser Chrome e, possibilmente, anche il sistema operativo Android, per contrastare la sua posizione dominante sul mercato. Questa proposta, che riprende quanto già suggerito lo scorso anno, si inserisce in un contesto politico in cui la regolamentazione delle Big Tech diventa sempre più centrale, indipendentemente dall’amministrazione in carica.

Google, dal canto suo, respinge con forza l’idea di uno smembramento, proponendo invece delle restrizioni sui propri accordi commerciali per placare le autorità. Tuttavia, con un’udienza decisiva fissata per aprile, il destino del colosso di Mountain View resta in bilico, mentre il DOJ sembra determinato a portare avanti la sua battaglia per un mercato più competitivo.

Google rivede il suo linguaggio: strategia o adeguamento politico?

Google ha avviato una revisione profonda del linguaggio utilizzato nelle sue comunicazioni ufficiali, rimuovendo termini legati alla diversità, all’equità e all’inclusione dalle proprie pagine e documentazioni. La decisione sembra essere una diretta conseguenza delle nuove direttive dell’amministrazione Trump, che ha imposto la cancellazione di riferimenti a queste tematiche dalle policy aziendali e istituzionali. Il colosso di Mountain View, a differenza di Apple che ha deciso di mantenere attive le proprie iniziative DEI, ha scelto di adattarsi alle nuove disposizioni, modificando frasi chiave e adottando un linguaggio più generico. Il cambiamento ha suscitato dibattiti sull’effettivo impatto di questa scelta, con alcuni che la vedono come un adeguamento politico e altri che la interpretano come un tentativo di rendere la comunicazione più neutrale e inclusiva su scala globale. Resta da vedere se questa strategia avrà ripercussioni sulle politiche interne di Google e sulle sue future iniziative nel campo dell’intelligenza artificiale e dell’etica digitale.

Con Android 16 lo smartphone diventa più versatile: migliora la modalità desktop

Android 16 sembra voler colmare una delle sue storiche lacune, ovvero la mancanza di un’esperienza realmente ottimizzata per l’uso su schermi più grandi. Grazie alle ultime novità emerse nella build beta analizzata da Mishaal Rahman, Google sta lavorando per rendere il passaggio da smartphone a una modalità desktop più fluido e funzionale. Tra i miglioramenti in arrivo spiccano la possibilità di muovere il cursore del mouse tra i display senza restrizioni e un’opzione per passare facilmente dal mirroring all’interfaccia estesa, senza dover scollegare il dispositivo. Sebbene queste funzioni non siano ancora attive nella Beta 2.1, il codice suggerisce che siano già pronte per il rilascio. Resta solo da vedere se Google le renderà ufficialmente disponibili nella versione definitiva di Android 16.

Linux sbarca sui Pixel: Debian arriva con l’app Terminale

Con l’ultimo Feature Drop, Google ha introdotto sui Pixel il supporto nativo a Debian Linux attraverso l’app Terminale, accessibile dalle Opzioni sviluppatore. La funzione permette di eseguire Linux in un ambiente virtuale, garantendo sicurezza e stabilità senza compromettere il funzionamento di Android. Per attivarla, è necessario abilitare le Opzioni sviluppatore e selezionare “Ambiente di sviluppo Linux”, dopodiché l’app Terminale apparirà tra quelle installate. Al primo avvio viene scaricato un pacchetto di oltre 500 MB, quindi è consigliabile utilizzare una rete Wi-Fi. Una volta completata l’installazione, Debian sarà pronto all’uso, offrendo un potente strumento per sviluppatori, esperti di sicurezza o utenti avanzati che necessitano di applicazioni specifiche per Linux. Al momento, la funzione è riservata ai dispositivi Pixel con l’ultimo aggiornamento, ma resta da vedere se Google deciderà di estenderla ad altri smartphone con l’arrivo di Android 16.

Chromecast di 2a generazione bloccato: Google prepara la soluzione

Molti utenti stanno riscontrando problemi con Chromecast di 2a generazione, che mostra un messaggio di errore legato alla verifica del dispositivo, impedendo di trasmettere contenuti. Il problema sembra non riguardare la 3a generazione, suggerendo un bug specifico per questi modelli. Google ha confermato di essere al lavoro su una soluzione, rassicurando gli utenti sul fatto che il supporto non è stato interrotto. Sebbene i vecchi Chromecast non siano più in produzione, la loro compatibilità non dovrebbe essere compromessa. Per il momento, chi ne possiede uno non può fare altro che attendere un aggiornamento risolutivo.

Pixel 4a e il rischio surriscaldamento: l’aggiornamento di emergenza di Google

Un recente richiamo ufficiale delle autorità australiane ha finalmente chiarito il motivo dell’aggiornamento straordinario rilasciato l’8 gennaio da Google per il Pixel 4a, smartphone fuori produzione dal 2022 e senza nuovi firmware da oltre un anno. L’update, che ha portato Android 13 sul dispositivo, era motivato dalla necessità di “migliorare la stabilità delle prestazioni della batteria“, ma ora si scopre che la vera ragione era un potenziale surriscaldamento che, secondo l’ente australiano, “potrebbe esporre l’utente al rischio incendio“. Per prevenire il problema, Google ha ridotto la tensione massima della batteria da 4,45 volt a 3,95 volt, limitando così la carica disponibile. Il risultato? Su alcune unità difettose, l’autonomia si è drasticamente ridotta, rendendo il Pixel 4a quasi inutilizzabile per chi aveva già una batteria usurata. Sebbene Google abbia evitato conseguenze più gravi, il fatto di non aver comunicato apertamente la reale causa dell’aggiornamento ha generato critiche tra gli utenti, che ora comprendono il sacrificio richiesto per garantire la sicurezza del dispositivo.

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