In passato abbiamo rilevato come l’uso degli smartphone, a volte, uccida più di uno squalo a causa dell’uso improprio che ne fanno le persone. Molto spesso, infatti, navigando per la rete, capita di vedere filmati in cui delle persone si scattano selfie in condizioni assurde, pericolose, o – al limite – mandano sms ed aggiornamenti di stato mentre sono alla guida di un veicolo.
Certo, il codice della strada ed il buon senso imporrebbero che comportamenti del genere non venissero mai eseguiti ma, a quanto pare, così non è se gli incidenti stradali continuano ad aumentare in numero (200 mila nel 2013 secondo dati ISTAT) e pericolosità (3000 morti e 250 mila feriti sempre nel solo 2013).
Per prevenire queste situazioni, visto che non tutte le auto hanno un assistente vocale che gestisca SMS e telefonate, e tenuto conto che l’auto a guida autonoma è ancora di là da venire, Google ha appena depositato un brevetto che dovrebbe migliorare sin da subito la sicurezza di chi si muove su strada.
Di cosa si tratta. Il brevetto di Google intende verificare se lo smartphone si trova in un veicolo in movimento e, se tale condizione si verifica, dovrebbe procedere a bloccarne alcune funzionalità. Ad esempio, con tale funzionalità, si potrebbe bloccare la tastiera dello smartphone in modo che sia impossibile inviare aggiornamenti di stato o scrivere SMS, oppure si potrebbe bloccare la fotocamera di modo che sia impossibile scattarsi dei selfie sullo stile di “Hey! Guarda! Sto guidando!”.
Di certo molti di voi si staranno chiedendo come possa funzionare una tal tecnologia in modo che blocchi solo lo smartphone di chi sta guidando e non, anche, quello del passeggero. Inoltre occorrerebbe anche distinguere se una persona si trova in un veicolo che è sotto la sua gestione, o se è semplicemente salito in autobus o in treno: non dimentichiamo, poi, i casi in cui, fermi al semaforo o a passo di lumaca, lo smartphone potrebbe essere almeno momentaneamente sbloccato.
Ad almeno alcune di queste domande risponde sempre il brevetto in questione secondo il quale sarebbe possibile distinguere se lo smartphone appartenga o meno a chi sta, in quel momento guidando, grazie alla sua associazione con una tecnologia indossabile, ad esempio, uno smarband: a quest’ultimo device, o meglio ai suoi sensori, spetterebbe – in ultima istanza – capire se una persona stia facendo movimenti degni di un guidatore e, in tal caso, inviare il segnale di blocco allo smartphone ad esso collegato.
Per fortuna, questo di Google è ancora una semplice idea sotto brevetto e, quindi, in sede di implementazione potrà essere ancora migliorato ma, sin da ora, possiamo dire che Mountain View si sta muovendo nella giusta direzione.