Google ha recentemente svelato diverse innovazioni che si preannunciano come veri e propri cambiamenti nel panorama tecnologico, con l’obiettivo di migliorare significativamente l’esperienza utente. Non mancano i rumors sui prossimi Pixel 10.
Google e Samsung uniscono le forze con Eclipsa Audio: il futuro dell’audio spaziale è qui
Google e Samsung hanno unito le forze per presentare una nuova tecnologia che promette di rivoluzionare il modo in cui viviamo il suono: Eclipsa Audio. Questa innovativa piattaforma audio spaziale mira a offrire un’esperienza immersiva, superando i limiti del tradizionale suono stereo.
Il lancio di Eclipsa Audio rappresenta un passo importante nel mondo dell’audio digitale, con implicazioni che si estendono ben oltre i semplici dispositivi di intrattenimento domestico. Eclipsa Audio è un formato audio spaziale open-source sviluppato da Google, Samsung e altre importanti aziende che fanno parte dell’Alliance for Open Media (AOM). Si basa su un modello e un formato chiamato Immersive Audio Model and Formats (IAMF), che è stato progettato per garantire un’esperienza sonora completamente immersiva. L’elemento distintivo di Eclipsa Audio è la sua capacità di andare oltre il suono tradizionale, utilizzando tecnologie avanzate per creare un’audio tridimensionale che avvolge l’ascoltatore. Una delle caratteristiche principali del nuovo formato è la sua natura open-source, che consente a chiunque di creare e distribuire file audio senza dover affrontare costi aggiuntivi o royalty.
Questa apertura rappresenta un’opportunità significativa per i creatori di contenuti, che ora possono caricare su piattaforme come YouTube brani realizzati con Eclipsa Audio, contribuendo a una diffusione più rapida della tecnologia. Google ha annunciato che, nei prossimi mesi, sia Google che Samsung lanceranno un programma di certificazione e licenza per Eclipsa Audio. Questo garantirà che i dispositivi che supportano la tecnologia rispondano agli elevati standard di qualità desiderati sia dai produttori che dai consumatori. Si prevede che i dispositivi audio, dalle smart TV alle soundbar, vedranno presto l’integrazione di Eclipsa Audio, a partire dalle nuove linee di Samsung per il 2025.
Inoltre, Google ha in programma di rendere Eclipsa Audio ancora più accessibile, pubblicando un plugin gratuito per AVID Pro Tools, una delle Digital Audio Workstation (DAW) più utilizzate da professionisti del settore musicale e cinematografico. Questo plugin permetterà ai creatori di contenuti di produrre facilmente file basati su Eclipsa Audio, semplificando l’integrazione della nuova tecnologia nelle loro opere. Un’altra importante novità è che Google implementerà il supporto nativo per Eclipsa Audio nel suo browser Chrome, rendendo questa tecnologia immediatamente fruibile su tutte le piattaforme che utilizzano il browser, da desktop a mobile.
Inoltre, la prossima versione di Android Open Source Project (AOSP) avrà anch’essa il supporto a Eclipsa Audio, portando l’esperienza audio spaziale su milioni di dispositivi Android. Secondo Google, Eclipsa Audio ha il potenziale di cambiare radicalmente il modo in cui ascoltiamo la musica, vediamo film o interagiamo con qualsiasi tipo di contenuto audio-visivo. Con l’evoluzione delle tecnologie audio spaziali, l’esperienza sonora potrebbe non essere più limitata dalle configurazioni stereo tradizionali, ma evolversi in un’esperienza più profonda e coinvolgente. Immaginate di ascoltare un brano musicale dove ogni strumento è posizionato in uno spazio tridimensionale intorno a voi, o di vivere un film con un suono che vi avvolge completamente, creando un’atmosfera unica e realistica.
Chrome metterà in ordine le tue schede su Android e gestirà due schede in una finestra su PC
Google Chrome per Android continua a migliorarsi con una nuova funzionalità pensata per semplificare e ottimizzare l’esperienza d’uso: l’archiviazione automatica delle schede non utilizzate. Questa novità si rivela particolarmente utile per chi tende ad aprire molte schede e poi le dimentica. Con l’ultimo aggiornamento, Chrome archivierà automaticamente quelle schede che non vengono visitate per almeno 21 giorni, evitando così che il browser diventi caotico e difficile da gestire. Gli utenti riceveranno una notifica visibile nella parte superiore delle schede archiviate, con il numero totale delle schede non attive.
Cliccando su questa notifica, sarà possibile accedere facilmente a tutte le schede archiviate, che si aggiorneranno non appena l’utente deciderà di riaprirle. Questa funzionalità non solo aiuta a mantenere ordinato il browser, ma contribuisce anche a ridurre il consumo di risorse e di memoria, migliorando le prestazioni generali di Chrome. Inoltre, Google offre agli utenti un certo grado di personalizzazione: attraverso le Impostazioni, è possibile scegliere l’intervallo di tempo dopo il quale le schede verranno archiviate. Le opzioni vanno da 7 a 30 giorni, e c’è anche una funzione per chiudere automaticamente le schede dopo 60 giorni di inattività.
Inoltre, Google Chrome avrà finalmente una funzionalità di schermo diviso integrata. Dopo aver visto il successo della stessa funzionalità su Microsoft Edge, Google Chrome si prepara a introdurre finalmente la tanto attesa opzione di schermo diviso. Attualmente in fase di test, questa novità permetterà agli utenti di visualizzare due pagine web contemporaneamente in un’unica finestra, migliorando l’efficienza nella navigazione, soprattutto per chi lavora con più contenuti. La funzione, che sarà attivata facendo clic con il tasto destro su una scheda, si trova ancora nelle fasi iniziali di sviluppo, ma promette di essere un’aggiunta molto apprezzata. Questa evoluzione porta Chrome ad allinearsi con concorrenti come Microsoft Edge e Opera, che da tempo supportano soluzioni simili.
Google Home si evolve: nuove funzionalità per sicurezza e automazione intelligente
Google Home sta evolvendo in modo significativo con una serie di novità che puntano a migliorare l’esperienza dell’utente, sia dal punto di vista della sicurezza che della gestione della casa intelligente. Gli utenti iscritti al programma Public Preview stanno già avendo accesso a innovazioni come l’integrazione di Nest Protect nell’app Google Home, che consente di monitorare in tempo reale il rilevatore di fumo e monossido di carbonio, e un maggiore supporto per le serrature intelligenti compatibili con il protocollo Matter.
Questi cambiamenti non solo rendono la sicurezza domestica più accessibile e più facile da gestire, ma aprono anche la strada a una maggiore integrazione tra dispositivi di diversi brand, con un impatto positivo sulla creazione di un ecosistema di smart home più coeso e interconnesso. Con Nest Protect, ad esempio, gli utenti possono ricevere notifiche di emergenza, come avvisi sul fumo o sul monossido di carbonio, direttamente sul loro smartphone, e anche visualizzare le informazioni cruciali riguardo allo stato del dispositivo, come la salute della batteria e la data dell’ultimo test degli allarmi. Inoltre, la possibilità di programmare test automatici del suono, anche quando non si è a casa, offre un livello di sicurezza e tranquillità superiore. Un’altra funzionalità interessante è l’integrazione delle telecamere, che permetterà di visualizzare il feed live direttamente dalla scheda dell’allarme di emergenza, un’aggiunta che rende l’esperienza ancora più interattiva. L’introduzione del supporto per le serrature intelligenti compatibili con Matter è un altro passo fondamentale verso una casa ancora più automatizzata e sicura. Con questa funzionalità, gli utenti potranno non solo gestire l’accesso alla propria abitazione tramite passcode personalizzati, ma anche monitorare e controllare lo stato delle serrature da remoto, il che aumenta notevolmente la comodità e la sicurezza. Le notifiche in tempo reale sullo stato della serratura, insieme alla possibilità di integrarla nelle routine domestiche, ad esempio per bloccare la porta automaticamente quando si esce di casa, offrono un livello di controllo senza precedenti.
Ma le novità non finiscono qui. Google Home sta anche lavorando per rendere il sistema ancora più intelligente grazie all’introduzione di funzionalità basate sull’intelligenza artificiale. Una delle novità più interessanti emerse dalla versione 3.29 di Google Home è la possibilità di ricevere suggerimenti personalizzati per ottimizzare l’utilizzo dei dispositivi smart. Questi suggerimenti si basano sull’analisi delle interazioni dell’utente con i dispositivi, e Google Home fornirà consigli utili, come ad esempio ottimizzare il consumo energetico o creare nuove automazioni. Inoltre, gli utenti avranno la possibilità di filtrare questi suggerimenti, scegliendo quelli più pertinenti per le loro esigenze, migliorando ulteriormente l’esperienza personalizzata. Google Home sta anche preparando nuove funzionalità per la creazione delle routine, che permetteranno di avere un controllo ancora più preciso su come e quando i dispositivi devono interagire tra loro. La nuova interfaccia consente di aggiungere condizioni alle routine, come la presenza di persone in casa, per un controllo più dettagliato su quando una routine deve essere eseguita. Allo stesso modo, una nuova routine Vacanza, pensata per gestire l’assenza prolungata degli utenti, offrirà la possibilità di creare automazioni su intervalli di tempo specifici, permettendo di simulare la presenza in casa anche quando non si è fisicamente lì.
Di già? Google Pixel 11 e 10a: trapelano i codici e le specifiche dei chip
Le informazioni sui nuovi modelli della serie Google Pixel 11 e Pixel 10a cominciano a emergere prima del previsto, con la rivelazione dei codici interni e delle specifiche dei chip dei dispositivi. Secondo quanto riportato da Android Authority, i codici interni dei dispositivi della serie Pixel 11 sono stati divulgati, con il Pixel 11 che sarà denominato “cubs“, il Pixel 11 Pro “grizzly“, il Pixel 11 Pro XL “kodiak” e il Pixel 11 Pro Fold “yogi“. Questi nomi seguono la tradizione di dare ai dispositivi i nomi di specie di orsi, una caratteristica che ha contraddistinto la linea. Per quanto riguarda il Pixel 10a, il dispositivo avrà il codice “stallion“, in linea con i nomi ispirati ai cavalli utilizzati per i modelli precedenti. La vera novità riguarda però le specifiche dei chip. Il Pixel 11 sarà equipaggiato con il chip Tensor G6, codice interno “malibu”, mentre il Pixel 10a, previsto per il 2026, avrà il chip Tensor G4, basato sulla tecnologia di Samsung. Questo potrebbe deludere molti utenti, in quanto il Tensor G4 non sarà compatibile con le nuove funzionalità di intelligenza artificiale della serie Pixel 10, che sarà alimentata dal chip Tensor G5, più avanzato. Le modifiche suggeriscono che il Pixel 10a possa risultare meno performante rispetto ai modelli più potenti della serie Pixel, specialmente per quanto riguarda le funzionalità di intelligenza artificiale. Nonostante l’evoluzione del Tensor G6 nei modelli della serie Pixel 11, il Pixel 10a sembra essere un’opzione più modesta per chi non necessita delle funzioni più avanzate presenti nelle versioni superiori.