Il rapporto tra Google e Microsoft non è mai stato idilliaco: ricordiamo che nel 2010 le due importanti società in questione hanno iniziato una battaglia dei brevetti, negli USA ed in Germania, per delle presunte violazioni reciproche.
Nello specifico Google accusava Redmond di aver usato alcune tecnologie di Motorola Mobility (allora di Google, oggi di Lenovo) sulla console XBox e la Microsoft accusava Mountain View di avere utilizzato alcuni suoi brevetti nel sistema operativo Android.
Di recente, però, i rapporti tra le due società hanno iniziato a ricompattarsi: Microsoft e Google, infatti, hanno raggiunto degli accordi per creare un sistema unico dei brevetti, specie in Europa, e hanno concordato di porre fine a circa 10 contenziosi giudiziari tra Stati Uniti e, appunto, Germania.
Il passo successivo, all’insegna della pace, è stato poi l’annunciare lo sviluppo congiunto di una tecnologia, royalties free, per la compressione dei video in grado di accelerarne tanto lo streaming quanto il download. L’unico settore sul quale queste due importanti società dell’high tech non dialogavano ancora pienamente era quello degli ecosistemi operativi, forse per via delle differenti strategie di marketing adoperate per diffonderne il rispettivo marketshare.
Nello specifico la Microsoft, che era in posizione di minoranza col suo ancor poco diffuso Windows mobile, aveva concesso le sue applicazioni principali (Outlook, Skype, Office, OneNote) al PlayStore di Android (ma anche ad iOS) e l’aveva fatto a ragione: chi avesse apprezzato queste utility sul proprio terreno, avrebbe – quindi – compreso anche la bontà del mondo Windows e, forse, vi sarebbe passato con meno remore.
Google, forse per la posizione di maggioranza che deteneva nel settore dei sistemi operativi mobili, aveva fatto il contrario e le sue app principali (Gdrive, Documents, Gmail, Hangouts, YouTube e Maps) erano restate fuori dal mondo Windows che, quindi, era apparso – a ragione – meno attrattivo.
Con questo accordo, invece, chi ama Windows in virtù delle applicazioni e dei programmi che utilizza anche a casa e in ufficio, potrà trovarlo ancora più attrattivo grazie alle importantissime applicazioni di Google e chi, invece, utilizza un device Android per le sue app native…avrà un motivo in meno per non cambiar casacca.
A chi converrà maggiormente, a conti fatti, tale accordo (che potrebbe essere ratificato in occasione dell’evento Microsoft del 6 Ottobre a New York)?