La tecnologia sfa facendo passi da gigante in quasi tutti gli ambiti del nostro vivere quotidiano ma, in sostanza, che direzione sta prendendo l’high tech innovation? A rispondere a tale domanda, nel corso di un’intervista alla rivista Tech Crunch, è stato Diomedes Kastanis, che si occupa di innovazione tecnologica per la Ericsson.
Nello specifico, nei prossimi anni, noteremo cinque direttrici che guideranno l’innovazione ed il cambiamento di tutto quanto ci circonda.
La realtà virtuale, per esempio, si sta affermando molto rapidamente. Google ha reso compatibili con i suoi cardboard i video di YouTube ed il New York Times ha allegato all’edizione domenicale delle cardboard per consentire di fruire le proprie notizie in VR. L’ostacolo da superare, però, è ancora quello dell’usabilità: i visori attuali sono ingombranti e sottraggono alla visualità della realtà che ci circonda. La sfida del domani, in quest’ambito, sarà quella di integrare la realtà circostante con soluzioni di augmented pixel come il Magic Leap o l’Hololens, dispositivi che già ora, in forma prototipale, permettono di implementare con elementi 3D ambiti della quotidianità come il divertimento, l’esplorazione, il lavoro e l’istruzione.
In termini di Internet of Things, attualmente stiamo connettendo quasi tutto ciò che ci circonda per poterlo tenere facilmente sotto controllo. L’ostacolo verso cui andremo a sbattere tra non molto consisterà nel fatto che ogni elemento connesso avrà le sue specifiche di funzionamento e di interfacciamento: in questo caso, spiega Kastanis, l’integrazione, la fusione con l’ambiente circostante l’avremo soltanto quando i dispositivi verranno dotati di un’interfaccia relazionale più umana. Il bello, cioè, sarà di entrare in cucina e di sentirsi chiedere dal frigo cosa vogliamo mangiare, per – poi – procedere a scongelarlo mentre ci facciamo una doccia con un impianto che, in base alle nostre condizioni psico-fisiche, tarerà il giusto calore dell’acqua.
Sempre in ambito connettivo, il futuro riserverà per noi l’interazione grazie al potere della mente. Nello specifico già oggi esistono tecnologie che permettono ai paraplegici di controllare computer e sedia a rotelle con le onde celebrali: in alcuni casi, poi, alcune persone traumatizzate hanno riacquistato la mobilità degli arti, reali o artificiali, grazie a dei sensori che traducevano in comandi precisi gli impulsi elettromagnetici della mente. Un domani gli assistenti vocali si evolveranno proprio in modo da recepire i nostri pensieri: per ottenere l’avvio di una routine produttiva, non dovremo far altro che pensare!
Tra le tendenze della tecnologia del domani, non figura – comunque – la sola semplificazione sin qui vista. In base all’esperienza personale di Kastanis, è probabile che la tecnologia del domani sarà condivisa: vi sarà un unico esemplare di ogni cosa, auto, computer, ufficio che tutti potremo usare in condivisione (sharing economy) caricando, a seconda dell’utilizzatore, le specifiche più consone ed adatte. E’ come se ogni elemento della tecnologia del domani si adattasse al suo utilizzatore.
Non meno importante, infine, sarà la tendenza alla glocalizzazione. Vi saranno, nei vari ambiti tecnologici, delle tendenze generali: è vero. Ogni tendenza, tuttavia, si calerà sulla realtà locale, in modo da superare eventuali difficoltà e da rispettare il tessuto cultural-economico del posto. Un po’ come Uber che, nello sbarcare in India, ha adottato i risciò on demand perché più economici, con pagamento in contanti per aggirare le locali normative sul pagamento dei servizi. Oppure come gli smartphone di oggi che, nel venire commercializzati nei paesi in via di sviluppo, adottano specifiche basse, con bassi consumi energetici e spesso con soluzioni di design che in Occidente non si vedono “da secoli” (es. gli smartphone a conchiglia).