Display a colori plasmonici ispirati alle ali delle farfalle: quando ad illuminare lo schermo è l’ambiente esterno

Il display a colori plasmonici è un tipo di schermo che utilizza la riflessione della luce dell'ambiente circostante per illuminarsi, senza utilizzare luci a LED.

Display a colori plasmonici ispirati alle ali delle farfalle: quando ad illuminare lo schermo è l’ambiente esterno

Gli attuali display presentano diverse limitazioni. Essendo illuminati da luci posizionate sotto il display stesso, un tempo prolungato avanti a display simili provoca affaticamento agli occhi, mal di testa e altri tipi di problemi di salute. Una nuova ricerca spiega come in realtà sia in fase di sviluppo una nuova tecnologia chiamata “Display a colori plasmonici” che prende ispirazione dalle ali delle farfalle. 

Con questa tecnologia, il display si illumina riflettendo la luce dell’ambiente esterno. Si tratterebbe di una soluzione che consentirebbe di avere immagini naturali, risparmiando molta energia. La ricerca è stata condotta da Debashis Chanda, professore associato presso il NanoScience Technology Center della UCF e principale autore della ricerca.

Display a colori plasmonici: i vantaggi e i problemi riscontrati finora

L’autore della ricerca spiega che “questo display ha un aspetto più naturale rispetto agli attuali schermi di computer o smartphone. È come vedere un ritratto sul muro di casa tua. Non ha quel bagliore o luce extra. È più come guardare il mondo naturale”. Come già detto, questa tecnologia è stata ispirata dal funzionamento delle ali delle farfalle e degli uccelli, i cui colori provengono dalla riflessione della luce sulle nanostrutture presenti su piume, pelle o squame.

I colori risultano diversi in base alle forme e alle dimensioni delle nanostrutture che saranno posizionate all’interno dei display. Questa tecnologia, però, presentava due problemi: i colori si alteravano in base all’angolazione con cui si guardava lo schermo e poi anche visualizzare il nero era complesso. 

Il primo problema è stato risolto modificando le nanostrutture per riuscire a gestire la dispersione della luce, indipendentemente dall’angolo di visualizzazione. Per il colore nero, invece, il problema persiste e si sta studiando una valida soluzione. Proprio per questo motivo, ci vorrà ancora un bel po’ di tempo prima di avere la possibilità di vederli in commercio

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