La maggior parte delle batterie oggi in uso nei vari dispositivi elettrici che utilizziamo ogni giorno, come sappiamo, è agli ioni di litio e, col passare del tempo, tende a perdere capacità elettrica ad ogni ciclo di carica/scarica.
La colpa di tutto ciò, secondo alcuni studi del Riverside Bourns College of Engineering (California), è degli anodi di grafite che, col passare del tempo, subiscono una forte degradazione nella loro struttura e porosità (le caratteristiche che, in batteria, si occupano della sua efficienza).
Oltre a ciò va considerato anche che la grafite è costosa da produrre e pericolosa da smaltire a causa degli acidi (fluoridrico e solforico) con i quali viene abitualmente pretrattata. Ora, se a ciò aggiungiamo che entro il 2020 l’Unione Europea vuole che siano introdotti 6 milioni di veicoli elettrici (o comunque ibridi) e che, per i relativi anodi, sarà necessario produrre 900 mila tonnellate di grafite, il conto da presentare all’ambiente non è proprio idilliaco.
Proprio per questo motivo l’università del Riserside, nella figura del prof. Prof. Cengiz Ozkan, ha iniziato a lavorare sulle batterie organiche. Dopo la sperimentazione, con profitto della sabbia (e, quindi, del silicio), questa volta le ricerche californiane si sono volte sull’uso di…funghi, si funghi Champignon della varietà “Portobello”.
Secondo Ozkan, infatti, una batteria basata su materiali derivanti dai funghi avrebbe una capacità di stoccaggio maggiore grazie alla natura porosa dei funghi: i funghi, infatti, in quanto materiale biologico, tenderebbe a sviluppare addirittura dei “pori ciechi” nel ciclo di carica/scarica e, quindi, una batteria di tal fatta migliorerebbe in efficienza col passare del tempo!
I benefici, dell’utilizzo dei funghi Portobello nelle batterie del futuro, non si limitano qui: i funghi, infatti, contengono sali di potassio e questo migliorerebbe e faciliterebbe il passaggio di elettroni ai fini dello stoccaggio elettrico.
Insomma, la batteria biologica potrebbe – man mano che viene ricaricata – migliorare in capienza e, anche, ricaricarsi più velocemente. Mica male, se consideriamo che – come detto – inquinerebbe molto di meno e sarebbe piuttosto economica da produrre!