Colpo di scena a OpenAI: Altman può tornare se il CdA si dimette

Nel caos dirigenziale di OpenAI, Sam Altman vuole tornare, ma il CdA attuale deve dimettersi. I dipendenti minacciano dimissioni di massa. La situazione potrebbe influenzare la coesione interna dell'azienda.

Colpo di scena a OpenAI: Altman può tornare se il CdA si dimette

Nel caos dirigenziale di OpenAI, Sam Altman ha espresso il desiderio di tornare nell’azienda che ha co-fondato, ma a determinate condizioni (insomma, vuol togliersi qualche “sassolino” dalle scarpe).

Nello specifico, la condizione posta è molto semplice: il CdA attuale che l’ha estromesso deve dimettersi. La situazione è ulteriormente complicata dalla lettera di circa 700 dipendenti (su 770 totali!) che minacciano dimissioni di massa se Altman e Brockman non verranno reintegrati nei loro ruoli precedenti. Le condizioni poste da Altman sono chiare: il cambio nel CdA deve avvenire prima del suo ritorno.

Tra l’altro, secondo Axios e il New York Time, OpenAI avrebbe rilasciato, per mezzo del Brad Lightcap dell’azienda, Brad Lightcap, una dichiarazione che salverebbe la faccia tanto a OpenAI quanto al suo (per ora) ex CEO, spiegando che quest’ultimo è stato licenziato per un “problema di comunicazione“. In particolare, la cacciata di Altman “non ha a che fare con alcun illecito o con nulla che riguardi le pratiche finanziarie, di business, di sicurezza e di tutela della privacy degli utenti di OpenAI e ChatGPT“.

A questo punto, cosa si oppone al ritorno di Altman? Il problema è che la composizione attuale del consiglio non è omogenea su questa decisione. Mentre Ilya Sutskever, responsabile scientifico di OpenAI, sembra favorevole al ritorno di Altman, altri membri del CdA esprimono posizioni contrarie.

La situazione è complessa e in evoluzione, con l’incertezza che circonda il futuro dirigente di OpenAI. La dichiarazione di Satya Nadella, CEO di Microsoft, che nelle scorse ore aveva offerto un posto di lavoro ad Altman, aggiunge un ulteriore elemento di interesse al quadro. Nadella ha sottolineato che la decisione finale spetta al CdA di OpenAI ma ha suggerito che Microsoft è interessata a ottenere un posto nel consiglio di amministrazione. Questo suggerisce che, indipendentemente dall’esito, Microsoft cercherà di influenzare la gestione futura di OpenAI. La situazione attuale è delicata e rischia di minare la coesione interna di OpenAI. Con membri del CdA con opinioni divergenti e la pressione dei dipendenti (e degli investitori) per un cambio di leadership, l’azienda potrebbe trovarsi di fronte a una spaccatura.

 

Continua a leggere su Fidelity News