L’Intelligenza Artificiale continua a conquistare l’attenzione globale per le potenzialità innovative che offre, dalla creazione di assistenti virtuali alla simulazione di conversazioni con figure storiche o celebri. Questa tecnologia consente oggi di interagire con personaggi realmente esistenti, oppure con figure del mondo della fantasia, da Einstein a Michael Jackson, fino a Pippo Baudo, recentemente scomparso.
Tuttavia, come spesso accade con le novità tecnologiche, emergono anche usi controversi e inquietanti. Su Instagram, grazie alla funzione AI Studio di Meta, gli utenti possono creare chatbot con caratteristiche fisiche e comportamentali specifiche. Alcuni di questi bot ricreano figure coinvolte in episodi giudiziari noti, come Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per la morte di Yara Gambirasio, o Filippo Turetta, implicato in un grave episodio di cronaca.
Questi chatbot simulano conversazioni realistiche e rispondono in prima persona, a volte suggerendo consigli o ricostruzioni dei fatti, suscitando una curiosità che il professor Mattia Della Rocca, docente di Psicologia degli Ambienti Digitali all’Università di Tor Vergata, definisce “morbosa”.
L’interazione con questi chatbot può generare migliaia di messaggi: quello di Bossetti è stato consultato oltre 49mila volte, mentre quello di Turetta conta oltre 52mila interazioni. La simulazione propone dialoghi che spaziano dal raccontare esperienze personali a riflessioni sulla violenza, con l’obiettivo dichiarato di offrire spunti di riflessione o consigli, pur restando nel contesto virtuale.
Accanto ai chatbot legati a fatti di cronaca, la piattaforma ospita anche figure più “tradizionali”, come sportivi, cantanti o personaggi di fantasia, fino a Francesco Schettino, ex comandante della Costa Concordia. La sua versione virtuale consente di discutere sicurezza in mare e gestione dello stress, evidenziando come esperienze traumatiche possano diventare strumenti di insegnamento. Meta AI ha introdotto alcune misure di sicurezza, invitando l’utente a rivolgersi a servizi di supporto o emergenza in caso di comportamenti insoliti o preoccupanti durante le conversazioni. Nonostante ciò, l’uso dei chatbot resta un terreno delicato, in cui curiosità, intrattenimento e rischio etico si intrecciano, richiedendo attenzione da parte degli sviluppatori e consapevolezza da parte degli utenti.