Apple ridisegna il suo futuro: tra un iPhone Air sempre più strategico, un Mac Pro in stallo e il sogno nostalgico dell’iPod

Apple sta ridefinendo profondamente la propria strategia hardware, riorganizzando i cicli di rilascio, ripensando la linea desktop professionale e preparando l’iPhone Air come tappa essenziale verso il pieghevole, mentre l’iPod resta un ricordo destinato a non tornare.

Apple ridisegna il suo futuro: tra un iPhone Air sempre più strategico, un Mac Pro in stallo e il sogno nostalgico dell’iPod

Apple sta attraversando una fase di trasformazione strutturale che riguarda non solo il ritmo dei lanci annuali, ma anche il modo in cui vengono sviluppati e posizionati i suoi prodotti più iconici. L’iPhone Air e il Mac Pro incarnano due facce di questa strategia: da un lato un dispositivo giovane, nato come ponte verso le tecnologie del pieghevole; dall’altro un desktop professionale che sta gradualmente perdendo centralità. Sullo sfondo resta un interrogativo carico di nostalgia, quello di un ipotetico ritorno dell’iPod, che però appare più evocazione poetica che reale possibilità industriale.

L’iPhone Air evolve: il 2 nanometri come svolta strategica

Secondo quanto emerge grazie a Mark Gurman di Bloomberg, il cuore della prossima generazione di iPhone Air sarà un nuovo chipset a 2 nanometri, una soluzione pensata per migliorare la gestione energetica, colmando il limite più sentito della prima versione. Non si tratterà di una rivoluzione estetica, ma di un deciso passo avanti nella miniaturizzazione e nell’efficienza. L’idea di aggiungere una seconda fotocamera posteriore ultrawide resta sul tavolo, ma appare più una possibilità tecnica che una scelta concreta: lo spazio sul “plateau” posteriore è già limitato e rivedere l’intera area solo per una lente poco usata non sarebbe coerente con la filosofia del dispositivo. Apple ha progettato l’Air aspettandosi un impatto commerciale tra il 6% e l’8% delle vendite dei nuovi iPhone, ovvero una quota simile ai risultati del precedente modello 16 Plus. Nonostante una presentazione di forte impatto durante l’evento di settembre, la comunicazione si è poi assottigliata, segno che Apple non vede nell’Air un prodotto di massa. È un dispositivo desiderato soprattutto da una nicchia molto attiva sui social, ma nelle scelte reali i consumatori continuano a orientarsi verso le varianti Pro, più complete sul fronte della batteria, delle fotocamere e della dissipazione del calore. In realtà, l’iPhone Air svolge un ruolo diverso: è un banco di prova per il futuro pieghevole. Apple sta utilizzando l’Air per validare materiali, batterie compatte, tecniche di miniaturizzazione e ottimizzazioni software che confluiranno proprio nel modello pieghevole, quando arriverà il suo momento. Più che un esperimento di mercato, è un esercizio di ingegneria che mette in moto l’intera supply chain, preparandola a un cambiamento strutturale. Contestualmente, Apple sta rivedendo l’intero calendario dei lanci.

L’obiettivo è distribuire gli aggiornamenti durante tutto l’anno, evitando quei picchi produttivi che gravavano sui fornitori e riducendo il rischio che le diverse linee di prodotto si oscurino a vicenda. In conseguenza di ciò, dovremmo avere gli iPhone 18 Pro, iPhone 18 Pro Max e l’iPhone Fold nel terzo trimestre del 2026, per poi relegare i rimanenti  iPhone 18 base, iPhone 18 e (forse) iPhone Air 2 al secondo trimestre del 2027. Il nuovo Siri, previsto per la primavera 2026 con iOS 26.4, sarà uno dei primi esempi concreti di questa strategia. Il 2026 offrirà un ventaglio di novità molto più ricco rispetto agli anni passati, dalle soluzioni per la smart home ai nuovi Mac, fino a tre modelli di iPhone in autunno.

Mac Pro: la fine di un’epoca e l’ascesa del Mac Studio

Sul fronte desktop, Apple sta ripensando completamente la sua linea professionale. Il Mac Pro, per decenni simbolo della potenza creativa del marchio, oggi appare relegato in secondo piano. Dopo il modello del 2019, che aveva riportato la linea alle origini con una struttura modulare, gli aggiornamenti sono stati sempre più sporadici. Il passaggio ai chip interni nel 2023 con l’M2 Ultra non ha avuto un seguito significativo, e mentre il Mac Studio è già approdato all’M3 Ultra, il Mac Pro è rimasto fermo. Internamente, Apple avrebbe deciso di cancellare lo sviluppo dell’M4 Ultra e il relativo Mac Pro dedicato. Il prossimo passo sarà l’M5 Ultra, che però verrà implementato esclusivamente sulla linea Mac Studio. Questo segna un cambio di rotta netto: il Mac Pro non rappresenta più il futuro della piattaforma professionale. Apple ha scelto di concentrare gli sforzi su un dispositivo più compatto, più venduto e più semplice da aggiornare.

L’iPod: nostalgia senza ritorno

Tra chi spera in un revival c’è chi immagina un ritorno dell’iPod nel 2026 per celebrare il venticinquesimo anniversario. L’idea affascina, soprattutto in un’epoca in cui molti giovani riscoprono il fascino della tecnologia minimalista. Tuttavia, nella pratica, un nuovo iPod non avrebbe un ruolo chiaro nell’ecosistema attuale. L’ascolto della musica avviene ormai in streaming, su dispositivi multipli, e Apple stessa decretò la fine del lettore MP3 proprio con l’iPhone. Riportarlo indietro significherebbe invertire la logica stessa dell’evoluzione del prodotto, con scarso valore strategico.

Continua a leggere su Fidelity News