Apple accelera sull’AI, ma inciampa sull’App Store e chiude l’era FireWire

Apple investe sull’intelligenza artificiale per progettare chip più efficienti, affronta una nuova class action sull’App Store e con macOS 26 dice addio definitivo al supporto FireWire.

Apple accelera sull’AI, ma inciampa sull’App Store e chiude l’era FireWire

Apple continua a evolvere su più fronti, con una serie di novità che toccano tanto l’hardware quanto il software, mostrando una strategia che coniuga innovazione tecnologica, attenzione all’estetica e – non senza polemiche – gestione delle responsabilità digitali. Dall’uso dell’intelligenza artificiale nella progettazione dei chip, passando per una nuova azione legale legata all’App Store, fino agli aggiornamenti di iOS e macOS, Cupertino si conferma al centro del dibattito tech globale, tra rivoluzioni silenziose e decisioni che segnano la fine di intere epoche.

Apple sonda l’AI generativa per rivoluzionare la progettazione dei chip

Apple sta esplorando l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa per accelerare la progettazione dei suoi chip personalizzati, come rivelato da Johny Srouji, vicepresidente senior per le tecnologie hardware, durante un intervento a porte chiuse in Belgio presso l’Imec, riportato da Reuters. Srouji ha definito l’AI generativa un’“enorme spinta alla produttività”, capace di ottimizzare i flussi di lavoro ingegneristici, supportata da strumenti EDA di Cadence e Synopsys, con cui Apple collabora da anni, e da tecnologie già testate su Apple Watch e iPhone.

Dall’A4 del 2010 al recente Vision Pro, l’evoluzione dei chip interni evidenzia la necessità di automazione avanzata, culminata nella scommessa senza alternative del passaggio ad Apple Silicon nel 2020, che ha consolidato il controllo sullo stack hardware-software. Sebbene l’AI generativa sia ancora in fase di valutazione, potrebbe ridurre i tempi di sviluppo e migliorare l’efficienza, segnando un passo strategico per competere nel panorama tecnologico, come discusso alle 11:02 AM CEST di oggi, 20 giugno 2025.

Apple, l’inganno sull’App Store: nuova class action accusa Cupertino di falsa sicurezza

Una nuova class action intentata in California mette nel mirino Apple, accusata di aver promosso un’illusoria sicurezza nell’App Store che avrebbe favorito la diffusione di una truffa legata alle criptovalute. Al centro della causa c’è l’app Swiftcrypt, presentata come piattaforma affidabile per investimenti crypto, ma in realtà uno schema fraudolento noto come “pig butchering”, che ha portato a perdite superiori a 74.000 euro per la querelante Danyell Shin, ingannata proprio dalla fiducia riposta nelle garanzie di sicurezza di Apple.

Secondo i documenti legali, Cupertino avrebbe pubblicizzato un controllo rigoroso e un’efficace protezione contro le frodi, ma nel caso di Swiftcrypt le procedure di verifica sarebbero state ignorate, permettendo all’app di essere disponibile sull’App Store. Oltre al rimborso economico, i querelanti chiedono che Apple corregga la percezione pubblica ingannevole con una campagna informativa, sostenendo che i consumatori abbiano pagato anche un “premio” eccessivo per i dispositivi iOS basato su una presunta sicurezza che si è rivelata inefficace. Questa causa riapre il dibattito sulla responsabilità delle piattaforme digitali nella tutela degli utenti, evidenziando quanto sia cruciale garantire trasparenza e rigore nella selezione delle app offerte al pubblico.

macOS 26 dice addio a FireWire: l’era delle vecchie periferiche Apple volge al termine

Con l’arrivo della prima Beta Developer di macOS 26 Tahoe, Apple sancisce ufficialmente la fine del supporto per tutte le periferiche basate sul protocollo FireWire, un vero pilastro per la velocità di trasferimento dati negli anni ’90 e primi 2000. Questo significa che i Mac con macOS 26 non riconosceranno più dispositivi FireWire collegati, incluso il primissimo iPod del 2001, simbolo iconico della storia Apple. Pur essendo stato l’ultimo Mac con porta FireWire l’iMac del 2011, il supporto software è continuato fino ad oggi grazie anche a dock e adattatori compatibili con Thunderbolt 3, che hanno esteso la vita di questo standard. La decisione, già evidente nella beta, probabilmente non subirà inversioni di rotta, segnando un definitivo abbandono di FireWire in favore di tecnologie più moderne e diffusive. Chi utilizza ancora periferiche FireWire dovrà quindi prepararsi ad aggiornare o sostituire i propri dispositivi prima del rilascio ufficiale del nuovo macOS previsto per settembre, per evitare problemi di compatibilità e perdita di accesso ai dati.

iOS 26 svela una suoneria nascosta: l’anteprima esclusiva che anticipa iPhone 17

Apple ha inserito una nuova suoneria nella prima beta per sviluppatori di iOS 26, ma per ora l’ha mantenuta nascosta e non accessibile tramite le impostazioni del sistema. Si tratta di una variante alternativa di “Reflection”, la suoneria introdotta nel 2017 con l’iPhone X e rimasta fino ad oggi immutata. La scoperta è stata segnalata su X da appassionati e confermata da esperti del settore, che ipotizzano il debutto ufficiale insieme ai nuovi iPhone 17 attesi per la fine del 2025. Al momento la suoneria non è selezionabile dagli utenti, segno che Apple potrebbe ancora decidere se includerla nelle versioni successive di iOS 26. Intanto, la nuova release del sistema operativo semplifica la gestione delle suonerie personalizzate, eliminando l’obbligo di passare da GarageBand e rendendo più immediato l’uso di file audio personalizzati. Il rilascio definitivo di iOS 26 è previsto a settembre, in concomitanza con il lancio della nuova generazione di iPhone.

iPhone 17 si veste di lavanda: ecco la nuova tonalità del modello base secondo i rumor

Secondo quanto svelato dal leaker cinese Fixed Focus Digital, il nuovo iPhone 17 potrebbe debuttare con una colorazione inedita denominata “lavander”, una sfumatura elegante e delicata che dovrebbe affiancarsi al classico nero e a un grigio neutro. Non è ancora chiaro se questa tonalità prenderà il posto del Blu Oltremare presente sui modelli attuali, ma l’immagine condivisa sul profilo Weibo dell’insider suggerisce un cambio di rotta nel look del modello base, che pur mantenendo un design simile a quello di iPhone 16, sarà più sottile e leggero. Parallelamente, continuano a rincorrersi voci su un possibile upgrade del display, con un refresh rate da 120 Hz anche per i modelli non Pro, ma senza tecnologia ProMotion. In attesa della conferma ufficiale, questo piccolo dettaglio cromatico potrebbe già diventare il simbolo di una generazione che punta a raffinatezza e comfort.

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