Ogni anno, i Prime Days di Amazon vengono accolti come una festa dello shopping globale, un’occasione imperdibile per chi desidera acquistare prodotti tecnologici, per la casa o per il tempo libero a prezzi fortemente ribassati. L’evento di quest’anno, svoltosi il 7 e l’8 ottobre, ha generato un volume d’affari miliardario, confermando la forza commerciale del colosso fondato da Jeff Bezos.
Negli Stati Uniti le vendite hanno toccato i 14,2 miliardi di dollari, mentre in Europa si stimano oltre 5 miliardi di euro, a testimonianza del successo di una formula ormai consolidata. Tuttavia, dietro le vetrine digitali e le percentuali di sconto a doppia cifra, si cela un meccanismo che non tutti i consumatori conoscono. Negli ultimi giorni, diversi portali specializzati come Camel Camel Camel e Keepa hanno analizzato l’andamento dei prezzi di decine di prodotti durante il mese che ha preceduto i Prime Days.
I risultati, riportati anche dal quotidiano Moneta, mostrano che in diversi casi gli sconti non erano reali, ma il frutto di oscillazioni dei prezzi studiate per dare l’impressione di un’occasione irripetibile. Amazon indica sempre il prezzo più basso raggiunto negli ultimi 30 giorni, ma se quel prezzo è stato volutamente alzato poco prima dell’evento, lo “sconto” perde gran parte della sua autenticità.
Un esempio emblematico riguarda un trapano avvitatore Bosch, venduto a 110 euro durante i Prime Days come se fosse in forte sconto, ma che poche settimane prima costava esattamente la stessa cifra. Lo stesso schema si ripete con le cartucce filtranti Philips, lo spazzolino elettrico Sonicare e persino con l’iconico asciugacapelli Dyson, passato da 349 a 449 euro all’inizio di ottobre per poi “scendere” a 329 euro nei giorni della promozione.
Queste fluttuazioni, più che casuali, sembrano costruite per amplificare l’effetto psicologico dello sconto, spingendo l’acquirente a procedere con l’acquisto immediato. Non si tratta di un fenomeno isolato: le dinamiche di prezzo nel commercio elettronico sono diventate sempre più complesse e guidate da algoritmi che reagiscono alla domanda, alla concorrenza e alle strategie promozionali. Tuttavia, la ripetizione di schemi simili solleva interrogativi sull’effettiva trasparenza di queste campagne e sulla tutela del consumatore.