Il concetto di città smart presuppone l’applicazione delle tecnologie all’arredo urbano, sia fisso che mobile, in modo da poter migliorare la fruibilità dei servizi cittadini e della vivibilità comune.
Iniziative ispirate a tale principio si stanno moltiplicando in giro per il mondo: l’ultima viene da New York. Il governo federale del distretto di New York ha, infatti, stanziato 30 milioni di dollari per il suo progetto di cyber-sentinelle del traffico.
Il progetto si basa sulla tecnologia Vehicle to Vehicle, “V2V Safety”, e prevede l’applicazione di chip e sensori a una serie di veicoli comunali (automezzi, autobus, camion, automobili e…tanti taxi: i veicoli, così equipaggiati, comunicheranno con una centralina i dati relativi ad eventuali incidenti (o emergenze non prevedibili) ed a conseguenti deviazioni di percorso.
Altri chip, poi, verranno applicati a ponti, strade, cavalcavia e “intrastrutture nevralgiche”, in modo da ottenere informazioni aggiornata in tempo reale sul traffico, eventuali ingorghi e, presumibilmente, sul traffico ambientale (e sull’inquinamento sonoro!).
I dati, in tal modo raccolti, verranno comunicati ad un centro di elaborazione unico che restituirà, ai singoli conducenti, informazioni aggiornate sul traffico e, soprattutto, su eventuali percorsi alternativi per raggiungere la propria meta. Tutto perfetto ma, qui, iniziano i problemi.
Il progetto di monitoraggio del traffico tramite cybersentinelle è stato già avviato ad Ann Arbor (Michigan) dove si è riscontrato il problema della trasmissione di un così voluminoso quantitativo di dati. Bando ai tecnicismi, occorre trovare una banda libera sulla quale far circolare così tante informazioni.
Sempre in merito a queste ultime, poi, vi è da considerare un fatto molto importante: attualmente il piano di “traffico smart” a New York prevederebbe di monitorare, con chip e sensori, le auto comunali, i taxi e qualche infrastruttura di rilievo ma, in futuro, si dovrà anche equipaggiare i ciclisti, e – ovviamente – i pedoni.
Anche costoro, infatti, avrebbero dei benefici tangibili dal diventare delle sentinelle del traffico a cielo aperto. E la privacy? Quest’aspetto è stato già ottimamente risolto dall’amministrazione della Grande Mela: i dati che verranno fatti circolare su questo particolare network di pubblica utilità saranno anonimi e, pertanto, forniranno informazioni solo su circostanze e situazioni e non sui dispositivi/veicoli microchippati.