A breve in commercio la batteria al rabarbaro

La batteria al rabarbaro, progettata dall’Università di Harvard in collaborazione con alcuni ricercatori italiani, la cui caratteristica principale è la biocompatibilità, potrebbe entrare in commercio entro il 2017

A breve in commercio la batteria al rabarbaro

L’uomo sta facendo molti passi avanti per ciò che riguarda la ricerca di sistemi per produrre energia attraverso metodologie antinquinamento; un po’ meno avanzata invece è la ricerca relativa agli strumenti per immagazzinare questa energia e garantirne l’uso continuativo (sistemi di accumulo a batteria).

Di recente però, grazie ai ricercatori dell’Università di Harvard e alla preziosa collaborazione dell’Università di Tor Vergata e della Fondazione Bruno Kessler di Trento, sono state progettate delle batterie al rabarbaro, lowcost e biocompatibili, ovvero capaci di raccogliere l’energia rinnovabile a basso costo e senza l’utilizzo di materiali inquinanti (ad esempio, metalli tossici).

Al posto di questi ultimi infatti, le batterie a flusso al rabarbaro utilizzano i chinoni, molecole a base di carbonio prodotte durante la fotosintesi clorofilliana dalle piante e facili da estrarre dal rabarbaro. Inoltre il funzionamento di queste nuove batterie differisce da quello delle batterie comuni: nelle batterie al rabarbaro l’energia viene infatti raccolta in serbatoi contenenti una soluzione ricca di elettroliti, molecole che catturano cariche elettriche, l’anodo è composto da chinoni diluiti in acido solforico, invece il catodo sfrutta le proprietà del bromo.

Il professor Aziz dell’Università di Harvard spiega: “A differenza dalle batterie convenzionali, le batterie a flusso immagazzinano l’energia al di fuori del contenitore della batteria, all’interno di serbatoi chimici. Nelle batterie avvengono reazioni di riduzione e ossidazione da una parte e l’altra di una membrana convertendo l’energia elettrochimica in energia elettrica (o viceversa). In contrasto con le batterie a litio, le batterie a flusso hanno il grande vantaggio di poter aumentare la capacità di energia semplicemente aumentando la grandezza del serbatoio chimico.

Le batterie al rabarbaro entreranno in commercio molto presto (si stima entro il 2017 nei principali Paesi europei); l’azienda italiana Green Energy Storage ne ha infatti già acquistato il brevetto e sarebbe impegnata a realizzare delle batterie superiori al kilowatt per potenza.

Continua a leggere su Fidelity News