I videogames sono un affare di famiglia.Una frase semplice ma vera, difatti questo è dimostrato dall’enorme successo che videogiochi hanno riscontrato negli ultimi anni: spesso i salotti degli appartamenti vengono trasformati in veri e propri “ring” da gioco, dove si scontrano i vari partecipanti (basti pensare a multiplayer come Just Dance o Sing Star).
Da 16 anni, ormai, questo fenomeno è dimostrato anche dal gioco Mario Party, uscito il 20 marzo per la prima volta su Nintendo Wii U, considerato una sorta di sintesi più tradizionale tra gioco dell’oca e minigame. Dalla prima uscita di Game Cube a Mario Party 10 è passata ormai un’epoca del videogaming: sono state vendute quasi 40 milioni di copie dopo il suo sbarco! Inoltre, Mario Party sfrutta tutte le qualità della Nintendo Wii, come ad esempio il Game Pad, che consente un multiplayer a cinque giocatori (unendosi ai controller) e gli amiibo, ovvero delle statuette virtuali che permettono lo sblocco di livelli e tabelloni.
Con l’ultima uscita di Mario Party 10 ci saranno nuovi amiibo in vendita mentre quelli già esistenti di Mario, Luigi, Toad, Rosalinda, Peach, Yoshi, Donkey Kong, Wario e Bowser, saranno comunque compatibili con il gioco.
Il direttore italiano della Nintendo presenta il nuovo titolo del videogame dicendo che “Nintendo non ha uno slogan, ma il nostro presidente Satoru Iwata dice sempre che il nostro obiettivo è far sorridere le persone”. Sorridere è l’obiettivo principale, quindi, affiancato dalle potenzialità di (ri)unione, come sottolinea Alessandra Carenzio, coordinatrice del dipartimento di ricerca del Cremit e docente dell’Università Cattolica esperta in apprendimento, “Il videogame non astrae né distrae dalla realtà, ma contiene principi di apprendimento ben individuati dal socio e psicolinguista James Paul Gee. Di fronte al videogioco il genitore non solo non deve censurare la pratica ma possibilmente parteciparvi per condividere esperienze e scoprire cosa piace al figlio”.
Quindi, Mario Party 10 avrà come scopo principale quello di cercare di eliminare dal videogame lo stereotipo di alienazione che porta il soggetto ad estraniarsi: difatti, è consigliabile giocarci insieme/contro altri giocatori.
Bisogna sottolineare come la Nintendo cerchi sempre di offrire giochi che si esaltano nella versione multiplayer (Mario Kart, soprattutto). Per questo motivo, quando il 17 marzo è stato annunciato l’ingresso di un gioco più individuale e casuale come quello degli smartphone, moltissimi giocatori sono rimasti abbastanza stupiti.
A questi ha risposto Persegati che afferma “Anche per noi è stata una sorpresa ma si sentiva l’assenza di franchise forti come i nostri in quel settore: non a caso il titolo in borsa è schizzato come non mai e con la diffusione negli smartphone della tecnologia NFC compatibile con i nostri amiibo chissà cosa può riservarci ancora il futuro”.
Beh, non ci resta che aspettare e vedere cosa succederà.