Certi amori durano una vita, come ad esempio il felice matrimonio tra le consolle portatili e la Nintendo. Altri amori invece iniziano bene, attraversano una crisi, e poi serbano rancore per il resto dei giorni. Sembra essere questa la situazione sentimentale fra la Sony e le consolle portatili.
La “love story” fra la Sony e le consolle portatili era partita a gonfie vele. La PSP si è dimostrata uno strumento veramente molto valido, in grado di tenere incollati milioni di occhi al loro schermo. I dati parlano chiaro: in 10 anni la Sony ha venduto oltre 80 milioni di PlayStation Portable, affermandosi nel mercato videoludico come una validissima consolle da portare sempre con sé.
I presupposti sembravano giusti: la PSP aveva bisogno di un erede, di una nuova consolle in grado di avere lo stesso appeal ma, allo stesso tempo, di essere più all’avanguardia e giovane.
Nonostante le rosee premesse, i risultati sperati non sono sopraggiunti: la PlayStation Vita ha stentato in Occidente, vendendo veramente molto meno rispetto alla PSP. 10 milioni di unità vendute non sono bastate per entrare nel cuore dei videogiocatori, che hanno dimostrato quasi indifferenza nei confronti della nuova arrivata.
La Sony quindi parla chiaro: le consolle portatili non hanno più ragione di esistere, questo perché sono state soppiantate dal mobile gaming che è riuscito ad incantare una buona fetta di videogiocatori nel mondo, soprattutto i cosiddetti “casual gamer”. Il CEO di Sony Interactive Entertainment ha dichiarato che il nuovo dispositivo Nintendo (lo Switch) è un ibrido, ed è per questo che sta ottenendo molto successo. Il fatto di essere sia portatile che casalingo ha garantito un approccio differente e vincente per quel che riguarda il gaming.
Sony è quindi decisa a rimanere concentrata su esperienze di gioco che siano interconnesse, potendo quindi raggiungere un ampio raggio di persone.