"Predator: Hunting Grounds". Gli alieni sfidano gli umani: al giocatore il divertimento di eliminarli

Gli alieni di "Predator: Hunting Grounds" giungono a caccia di umani in un titolo esclusivamente online: tocca al giocatore ed ai suoi compagni farli a fette nelle molte sfide presentate.

"Predator: Hunting Grounds". Gli alieni sfidano gli umani: al giocatore il divertimento di eliminarli

Gli alieni di “Predator: Hunting Grounds” vanno a caccia di esseri umani in un titolo esclusivamente online: spetta al player ed ai suoi compagni il disfarsene nelle molte sfide presentate. IllFonic esplora l’universo del videogioco multiplayer online asimmetrico per essere giocato soprattutto con gruppi di amici, mancando una campagna da giocatore singolo. Il gioco è disponibile per PC e PlayStation 4.

Già dal punto di vista delle sfide a disposizione, però, si comincia a comprendere che “Predator: Hunting Grounds” ha qualcosa che manca, qualche falla di troppo: si può scegliere una partita tra alleati e nemici scelti casualmente, oppure sviluppare un matchmaking privato con i propri amici. Le personalizzazioni dei personaggi, militari o alieni che siano, concedono solo differenze all’estetica e poche vere abilità attive o passive.

Gli obiettivi appaiono “chiarissimi” fin da subito interpretando i militari del genere umano: in una mappa casuale, vanno seguiti degli indicatori in direzioni casuali per trovare nemici ed alieni casuali da sconfiggere. Conclusa la missione, si torna alla base a bordo di un elicottero militare. I soldati avversari hanno gravi problemi di intelligenza artificiale, sparano a fatica e si muovono, per l’appunto, casualmente. Non c’è un filone logico degli eventi che possa stimolare il giocatore.

Se interpretate l’alieno, il Predator, si avrà qualche soddisfazione in più: ci si può spostare sugli alberi, cercare di muoversi furtivamente e passare all’attacco dei quattro soldati umani avversari, con artigli letali, particolari armi da fuoco e gadget che costituiscono almeno una variante ad un gioco piatto nelle sue manifestazioni d’interesse. Battendo i quattro soldati, il Predator vince la sua partita.

Le note dolenti di “Predator: Hunting Grounds” trovano il loro spazio principale nell’aspetto tecnico: grafica sgranata in più di un’occasione, aliasing onnipresente e non eliminabile, fotogrammi ondivaghi e scattosi, effetti grafici che disturbano e rendering approssimativo. Aggiungiamo a questo la sopra citata intelligenza artificiale frammentaria e difettosa, diversi bug presenti in grafica e nel titolo e sonoro ripetitivo.

Anche il fatto che le sfide casuali possano porre un giocatore “Predator” esperto contro quattro umani alle prime armi funziona malissimo: in pochi termini, per il Predator vincere sarà come apporre la firma su un contratto. Ed anche con gli stimoli alla sfida che vengono a mancare, in “Predator: Hunting Grounds” salta pure la longevità, con nulla o quasi che possa offrire dei motivi per proseguire nel giocare.

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