Pokèmon Go: altre disavventure per gli utenti del gioco. Ecco quali

Continua il successo di Pokèmon Go: tra utenti rapinati o finiti in centrale per la caccia ai mostriciattoli, e quelli che hanno acquistato a peso d'oro un account già evoluto, Nintendo gongola e si prepara a risolvere incompatibilità software e hardware.

Pokèmon Go: altre disavventure per gli utenti del gioco. Ecco quali

Pokèmon Go, il nuovo gioco mobile di Nintendo ancora non uscito in tutto il mondo sta raggiungendo vette di successo inattese con diverse conseguenze, alcune simpatiche, altre meno, che ne denotano la riuscita in termini di progetto videoludico. 

Pokèmon Go sta avendo successo ed è innegabile: nonostante sia uscito solo in Australia, Nuova Zelanda e Stati Uniti, è diventato una vera e propria mania, tanto che in molti sono corsi a scaricarlo. Chi, per esempio, si trovava nei Paesi ancora non coperti ufficialmente da tale gioco, ha fatto ricorso agli apk del gioco (o a trucchetti simili) con la conseguenza di beccarsi un virus, o di ingolfare i server della Niantic (gli sviluppatori) che ha dovuto comunicare il rallentamento nel rilascio del gioco in ambito globale. Qualcuno ha pensato, poi, di usare vie “più tradizionali” e di comprarsi un account da parte di chi poteva utilizzare il gioco con piena titolarità: non ci crederete ma, nei siti di annunci online, è capitato persino di vedere episodi del genere. Ad esempio, su Craiglist (una sorta di Subito.it internazionale) un utente ha messo in vendita, per 100 dollari, un pacchetto che comprendeva il suo account Pokèmon Go di livello 20 corredato da 75 mostriciattoli (gran parte già evoluti), diversi oggetti ed accessori, ed una Gmail per poter utilizzare il tutto. Altri utenti, sempre molto creativi ed interessati a fare di questo gioco un vero lavoro, promettono di far crescere il vostro account di 10 livelli in cambio di 20 dollari di compenso. 

A parte questi episodi, tutto sommato simpatici, la mania “Pokèmon Go” ha avuto anche qualche spiacevole ripercussione. Dopo la folla di persone che si era recata in un distretto di polizia australiano segnalato come Pokéstop per ricavarne Pokèball gratuite (con i poliziotti costretti a dissuadere gli allenatori del gioco), vi sono stati anche individui che si sono approssimati a Sexy Shop o Strip club sempre segnalati come Pokèstop o palestre dal gioco in questione.

In altre zone, gli episodi dettati dalla caccia frenetica a mostriciattoli ed accessori sono diventati ben più pericolosi: nel Missouri, il distretto di polizia di O’Fallon ha catturato una banda di 3-4 ragazzi che, piazzandosi in prossimità di posti che contribuivano a contrassegnare come Pokèstop (con moduli esca), rapinavano a mano armata i malcapitati cacciatori: per fortuna, segnalati a causa della loro BMW nera, i criminali responsabili di questi reati (rapina di primo grado e aggressione a mano armata) sono stati presi e messi al fresco con una cauzione di 100 mila dollari. La polizia locale, in questo caso, invita i genitori a vigilare su dove vadano i figli “in missione” e consiglia ai ragazzi di non condividere sempre la loro posizione: qualcuno potrebbe aspettarli al varco e non per fregare loro un oggetto di realtà aumentata. Non parliamo, poi, di quella diciannovenne del Wyoming che, cercando di catturare un mostriciattolo acquatico presso un fiume, si è imbattuta in un cadavere galleggiante (a quanto pare, una persona affogata incidentalmente). 

Il risultato di questa corsa – frenetica ed a tratti folle – ad ottenere Pokèmon Go è stato, a livello statistico, che il gioco in questione, nel primo giorno di rilascio, ha superato – per download – Tinder ed oggi ha superato Whatsapp, Messenger, Snapchat e Instagram per tempo di utilizzo da parte degli utenti! Nintendo, da par suo, gongola per questa gallina dalle uova d’oro che si è ritrovata in casa: l’azienda di Super Mario ha incrementato il suo valore azionario del + 25% nella sua ultima quotazione borsistica.

Certo, sarà ben difficile – per Nintendo e Niantic – starsene a crogiolarsi sugli allori. Gli utenti di Pokèmon Go hanno chiesto alle 2 aziende di superare alcune incompatibilità software ed hardware che impediscono a tutte le persone interessate di provare questo titolo ludico. Nello specifico, è stata lanciata una petizione che chiede la redazione di una versione del gioco compatibile per i device Windows 10 Mobile e si è rivendicato il superamento delle incompatibilità con i device Intel che impedirebbe, ad esempio, ai titolari degli Asus ZenFone 2 di giocare a Pokèmon Go. 

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