A metà gennaio ha trovato la via del mercato videoludico “Lost Sphear”, un gioco di ruolo in classico stile Japan che punta soprattutto ad ottenere l’attenzione degli amanti dei giochi di ruolo, basati sulle statistiche, che hanno già visto la loro origine da metà degli anni ottanta.
In “Lost Sphear” interpreterete Kanata, un giovane eroe che si imbarca con i suoi amici e compagni di avventura lungo le sponde dei vari continenti del suo mondo per cercare di ripristinare quelle parti di universo che si stanno perdendo, coperte da una nebbia misteriosa e malevola che mangia, come un buco nero, la materia.
I personaggi dovranno raggiungere le zone più impervie della mappa del mondo, basata su un sistema tridimensionale isometrico molto classico e privo di ogni genere di abbellimento: una realizzazione tecnica piuttosto scadente da questo punto di vista. Con oggetti e strumenti, Kanata ed i suoi riporteranno alla normalità alcune parti del mondo, le quali garantiranno bonus e benefici.
Nei combattimenti, si ritrova una grafica sicuramente migliore ma ancora troppo basica. Gli avversari sono ben disegnati e il direzionamento degli attacchi movimenta lo svolgimento del combattimento, tenendo alta la soglia di attenzione. Per il resto, la consecuzione degli incontri è piuttosto ritmata, e molto dipenderà dalle mosse che si svolgeranno sulla mappa.
Le musiche sono molto basiche ed dialoghi sono essenziali, a tratti poveri di contenuti e di scelte. Inoltre, a minare questo comparto fondamentale nei giochi di ruolo, c’è la scelta incomprensibile di far scomparire i personaggi che non sono protagonisti dei dialoghi: un qualcosa di piuttosto sorprendente e privo di senso, che rende poco l’atmosfera.
In conclusione, a parte la longevità e la meccanica semplice di gioco, alla base di questo “Lost Sphear” c’è stata un’idea di base con poche ispirazioni e bassa creatività, creando un titolo in genere troppo semplice e povero di contenuti, dedicato solamente ai grandi appassionati degli RPG Japan.