Nella mattinata del 18 settembre su YouTube, Reddit, Facebook e Twitter vengono pubblicati i primi leak, cioè una notizia trapelata prima dell’effettiva data di divulgazione, di “Grand Theft Auto VI“, in cui vengono mostrate sequenze di gameplay, scenari, modelli poligonali, meccaniche di gioco e un personaggio femminile mentre rapina un diner.
Successivamente sul web sono apparse 10 mila righe di gioco, oltre ad alcuni parti di “GTA V”. Jason Schreier, giornalista di “Bloomberg”, rivela di aver parlato con alcuni dipendenti Rockstar che hanno confermato la veridicità dei leak: “Non che ci fossero molti dubbi, ma ho confermato con fonti Rockstar che la massiccia fuga di notizie di Grand Theft Auto VI di questo fine settimana è davvero reale. Il filmato è in anticipo e incompiuto, ovviamente. Questa è una delle più grandi leak nella storia dei videogiochi e un incubo per Rockstar Games”.
L’utente in questione ha poi cancellato i video di “GTA VI” su YouTube, ma ormai è possibile trovarli facilmente su Twitter o su Reddit. Secondo il giornalista Tom Henderson l’hacker, facendo leva sui casi legati a Ubisoft Milano, Naughty Dog con “The Last of Us” e CD Projekt, avrebbe richiesto un importante riscatto economico a Rockstar per non far divulgare il codice di “GTA V” e “GTA VI”.
Secondo le ultime indiscrezioni, se il presunto hacker dovesse pubblicare il codice sorgente del prossimo capitolo della serie più attesa degli ultimi anni, potrebbe trattarsi di un danno enorme sia a livello di immagine che economico e produttivo e, tra l’altro, questo può causare lo slittamento dell’uscita del gioco.
Intanto proprio il co-presidente di Naughty Dog, cioè Neil Druckmann, ha voluto mostrare solidarietà nei confronti di Rockstar Games: “Ai miei colleghi sviluppatori là fuori colpiti dall’ultima fuga di notizie, sappiate che mentre sembra travolgente in questo momento, passerà. Un giorno ci divertiremo con il tuo gioco, apprezzeremo il lavoro che state facendo e tutto ciò che sta accadendo con questi leak verrà relegato in una nota di una pagina su Wikipedia”.