Ebbene sì, lo ammetto. Anche io sono tra coloro che utilizza, nei momenti di stacco dal lavoro, il mio amato device – il Samsung S5 – per qualche partita con i titoli che più apprezzo (Fifa 15, Trivial Pursuit, Candy Crush Soda Saga e Memorado). A volte, poi, mi è capitato di fare una particolare sessione molto brillante, una giocata molto “toga” e di pensare “wow, avrei dovuto farla vedere ai miei amici”.
Google, come abbiamo visto nelle scorse settimane, sta introducendo molte novità (il suo ibrido Pixel C ed Android Marshmallow), molti aggiornamenti e diverse nuove iniziative. Anche in ambito gaming, basti ricordare il varo di YouTune Games, la piattaforma alla quale tutti possono inviare lo streaming delle proprie sessioni di gioco. Sino ad ora, però, il tutto si limitava al computer e, quindi, si potevano – gioco forza (non ho saputo resistere) – inviare solo le sessioni di gioco da PC (un po’ come fa l’arcinoto Favji).
Quello che mancava, quindi, ere la possibilità di trasmettere le sessioni in streaming live direttamente dai device mobili: una lacuna, questa, molto grave tenendo conto che le ultime statistiche spiegano come sempre più i giovani stiano cambiando abitudini di gioco, abbandonando il PC e, in misura minore, persino le Consolle a favore di device mobili quali smartphone, phablet e tablet.
Per fortuna, in queste ore, Google ha pensato anche a questa particolare, sempre più significativa categoria d’utenza, e ha varato un aggiornamento del servizio “Google PlayGames” (versione 3.4.12: https://bit.ly/PlayGamesAndroid) che dovrebbe permetterci di mandare in streaming tutto ciò che apparirà sullo schermo quando saremo impegnati in una sessione videoludica.
Particolarmente carina, tra le feature che quest’aggiornamento di porta dietro, è la possibilità di sfruttare la modalità “picture in picture” che permette di sfruttare la fotocamera anteriore per riprendere le proprie espressioni e smorfie durante le sessioni più difficili del propri giochi.
Ovviamente non poteva mancare, e non manca, la facoltà di utilizzare anche il microfono dello smartphone sì da poter fornire un utile commento audio, con tanti “ouch”, “cribbio” e “perdindirindina”, ai momenti cloud delle proprie performance.