Con “Age of Empires: Definitive Edition“, Microsoft riporta i giocatori alle origini del gioco che ha aperto, a metà degli anni Novanta, una nuova serie di strategia di successo che ha saputo sopravanzare anche i concorrenti più agguerriti dell’era, come le serie di Warcraft e di Command & Conquer.
“Age of Empires” proponeva la nascita e la crescita dell’accampamento di una società dell’era classica (greca, romana, etc) e, partendo da una piccola struttura, si preparavano unità ed edifici in grado di rendere forte il proprio popolo nel contesto di alcune missioni da portare a termine: in questo senso, il gioco di Microsoft era anche più semplice dei concorrenti come funzioni, ma molto attento alla qualità delle sfide.
“Age of Empires: Definitive Edition” riporta agli occhi di giocatori del tempo e giovani neofiti il primo capitolo con elementi di Age of Empires II e III, di cui viene ripreso soprattutto l’aspetto grafico. La grande innovazione del titolo era il fatto che alla strategia si aggiungeva l’evoluzione della popolazione di Civilization.
La trasposizione odierna e la grafica dei titoli successivi, a parte un miglioramento della schermata di avvio, finisce qui: i programmatori hanno pensato, sbagliando di netto, di mantenere i canoni di più di venti anni fa, come il movimento delle unità, che spesso si incastrano e non trovano la via e, una volta scontrati con l’avversario di turno, si fermano, necessitando un nuovo intervento del giocatore con il mouse.
Le campagne sono tante e del tutto simili a quelle originali ma, anche qui, si vede lo scarso impegno della trasposizione dei programmatori di Forgotten Empires, i quali hanno sostituiti le sequenze del tempo con schermate fisse senza vitalità e con la voce esterna che narra gli obiettivi da raggiungere: troppo poco per dare i giusti meriti ad un grande titolo del passato.
L’unico dato tecnico migliorato è rappresentato dalla popolazione massima delle unità, portata a 250, che permette al nemico di scatenare attacchi più importanti in termini di difficoltà. Ma, anche qui, basta anteporre una buona difesa, predisporre un esercito di unità potenti e sferrare l’attacco decisivo per vincere. Pochi cambiamenti, anzi, nessuno, all’intelligenza artificiale, la quale si rifà a standard molto datati.
“Age of Empires: Definitive Edition” è quindi una semplice operazione nostalgica che rievoca i fasti di un titolo, poco denotabili a causa di un impegno quasi nullo dei programmatori ad adeguare il classico gameplay agli standard moderni.