Gerhard Berger non condivide la scelta di sovraccaricare di responsabilità Mattia Binotto

L’ex pilota della Ferrari è del parere che Mattia Binotto sia eccessivamente sovraccaricato di responsabilità. Dal suo punto di vista, dovrebbe delegare le responsabilità politiche e di team principal ad un'altra figura presente in squadra.

Gerhard Berger non condivide la scelta di sovraccaricare di responsabilità Mattia Binotto

Gerhard Berger, ex pilota di Ferrari e McLaren, ha rilasciato un’intervista al sito spagnolo marca.com, in cui ha analizzato la situazione presente all’interno della squadra di Maranello. Più che concentrarsi sulla gestione dei piloti, l’austriaco è entrato nel merito di alcune dichiarazioni rilasciate qualche settimana fa da Flavio Briatore.

L’ex team manager della Formula 1, analizzando l’organigramma della Rossa, aveva sollevato dei dubbi sulla figura di Mattia Binotto, promosso a team principal dopo l’addio di Maurizio Arrivabene. Per l’imprenditore originario di Verzuolo, la scelta di casa Ferrari di sovraccaricarlo di responsabilità è stata giudicata controproducente, per non dire deleteria.

Sulla stessa lunghezza d’onda si è espresso anche l’ex compagno di squadra di Jean Alesi. Dal suo punto di vista, Mattia Binotto è un grande tecnico ed ingegnere, ma non potrebbe gestire troppe funzioni all’interno della squadra.

Nello specifico dovrebbe rinunciare a quelle che sono le responsabilità di politico e di team principal.

Il problema in Ferrari è che qualcuno si faccia carico di tutte le responsabilità, quando guardi Red Bull, che ha il genio di Adrian Newey, Christian Horner e Helmut Marko. In Mercedes, c’è Toto che è molto capace, nel reparto motori hanno Andy Cowell e poi c’è Niki Lauda” ha fatto presente l’ex compagno di squadra di Ayrton Senna, che in bacheca può vantare un bottino di 10 vittorie e 12 pole position.

In quella che è sempre più una situazione anomala rispetto agli altri top team, Berger ricorda che anche ai tempi di Michael Schumacher esistevano delle gerarchie e delle figure ben chiare all’interno dell’organigramma della Ferrari. All’epoca le persone chiave erano Jean Todt, Rory Byrne e Ross Brawn, tre figure chiave che insieme rappresentavano il punto di forza della Ferrari dei primi anni 2000. “Oggi se tutto dovesse ricadere sulle spalle di Binotto, potrebbe diventare un po’ troppo pesante”.

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