Uno per Tutti: dal 26 novembre al cinema

Il regista Mimmo Calopresti torna al cinema, dopo alcuni anni di assenza, con il noir "Uno per tutti", film tratto dal romanzo omonimo di Gaetano Savatteri, con un Giorgio Panariello inedito che mostrerà al suo pubblico di avere anche un lato drammatico

Uno per Tutti: dal 26 novembre al cinema

Il regista Mimmo Calopresti torna al cinema, dopo alcuni anni di assenza, con il noir “Uno per tutti“, film tratto dal romanzo omonimo di Gaetano Savatteri, che mette in scena una storia, ambientata a Trieste, nella quale il passato torna a bussare alla porta dei tre amici protagonisti dopo molti anni.

Uno per Tutti, infatti, ci racconta le vicende di Gil (Fabrizio Ferracane), Vinz (Giorgio Panariello) e Saro (Thomas Trabacchi), tre amici d’infanzia che la vita di tutti i giorni ha condotto su strade totalmente diverse. Il primo è diventato un ricco costruttore che ha costruito la sua fortuna con appalti poco puliti; il secondo è un ruvido poliziotto divorziato e stanco; e il terzo è un medico che vive in Calabria.

Quest’ultimo, però, arriva a Trieste in seguito alla richiesta di aiuto di Gil e di sua moglie Eloisa (Isabella Ferrari), della quale Saro è innamorato fin da quando era ragazzino, dato che Teo, il figlio diciottenne della coppia, si trova in guai seri e rischia di finire in carcere per aver accoltellato un suo coetaneo.

Distribuito da Microcinema, che prevede di portare l’opera di Mimmo Calopresti in almeno 50 sale cinematografiche in tutta Italia, Uno per Tutti arriverà nei cinema il prossimo 26 novembre e ci mostrerà, come avrete già potuto capire dal breve riassunto della trama, un Giorgio Panariello completamente inedito che proverà al suo pubblico di avere anche un lato drammatico.

Proprio l’attore, imitatore e presentatore ha parlato a lungo del suo personaggio Vinz durante la conferenza stampa di presentazione del film: “Per me Uno per tutti è stato un film difficile perché, anche se si sa che un attore comico è capace di fare il dramma dal momento che in fondo la comicità è basata sul dramma, il cambio di registro non è una cosa che viene naturale. La sfida per me era essere credibile. […] Ho scoperto una cosa miracolosa: invece che con un gesto si può comunicare soltanto con uno sguardo“.

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