Per il cinema ed i cineamatori il 21 Agosto 2019 è stato un giorno attesissimo per via dell’uscita del live-action “Il Re Leone“, una storia che ha appassionato bambini e bambine per 25 anni. Con Jon Favreu alla regia, la storia rimane invariata, vengono solo aggiunti alcuni dettagli e retroscena che nel cartone della Disney non venivano spiegati o vengono tolti altri piccoli dettagli così da indorare un po’ la pillola alle nuove generazioni.
Non ci sono personaggi aggiuntivi né viene effettuata una qualche diminuizione; come sappiamo, l’Italia è uno tra i pochi Paesi in cui i film vengono ridoppiati, vantiamo infatti una tradizione nel doppiaggio eccelsa ma, in questo caso, non sono stati scelti doppiatori professionisti.
Infatti, la Disney ha puntato più sulle celebrità: troviamo come effettivi doppiatori Luca Ward e Massimo Popolizio che prestano la voce rispettivamente a Mufasa e Scar, mentre Elisa e Marco Mengoni doppiano sia nel parlato che nella parte cantata Nala e Simba. Invece, Edoardo Leo e Stefano Fresi prestano la voce a Timon e Pumbaa.
Il lavoro di doppiaggio è stato molto arduo a detta stessa di Elisa e Mengoni.
La tecnica di realizzazione è stata a lungo discussa, non è un remake, non è un live action, non è un documentario eppure sembra tutto questo grazie ad un eccelso lavoro di digitalizzazione: osservando in particolare i leoni, è possibile notare anche dal loro fisico l’andamento della storia, quando sono più magri a causa della carestia oppure quando sono in buona salute quando invece il territorio è rigoglioso; i piccoli dettagli come i peli o le sottili righe intorno al naso sono veramente studiati al millimetro.
Il messaggio di questa storia rimane, a volte occorre un po’ perdersi per ritrovarsi e purtroppo la vita non è sempre in discesa perfino se fin dal tuo primo giorno sei destinato ad essere re. Rimangono come nello stile del classico animato dei messaggi nel sottotesto del film: nella figura di Scar vediamo un dittatore che vuole instaurare un regime totalitario addirittura arruolando le iene che sono il suo nemico naturale, mentre in Timon e Pumbaa vediamo delle figure sostitutive genitoriali come a voler suggerire che comunque Simba ha una rete di supporto non necessariamente costituita da una mamma e un papà.
Leggendo sul web i vari commenti, anche quest’ultima ‘fatica’ spacca a metà gli spettatori: alcuni -attaccati al classico animato Disney- non lo accettano appellandosi al fatto che le emozioni sono molto fredde perchè gli animali sono troppo reali e tutto ciò che passa dallo sguardo non arriva, come se si dovesse rimanere un po’ distanti dai personaggi; quindi la critica riguarda la troppa realtà che ostacola le libertà che si possono prendere nel cartone animato. Un’altra parte di spettatori invece è tornata a casa con locandina del film e secchio dei pop corn brandizzato per l’occasione, contenta che la trama non sia stata stravolta e dei piccoli dettagli in più o in meno.
Che sia piaciuto o meno, “Il Re Leone” è al momento uno dei film con il maggiore incasso di sempre, sintomo che qualcosa di buono la Disney e Favreu hanno fatto.