Attore brillante, sex symbol evergreen, sorriso ancora seducente: ecco le spiccate qualità dell’intramontabile Richard Gere, di nuovo al cinema con un nuovo film scritto e diretto da Joseph Cedar, “L’incredibile vita di Norman”. Il titolo originario è “Norman: The Moderate Rise and Tragic Fall of a New York Fixer” che in italiano sarebbe “Norman, moderata ascesa e tragico crollo di un faccendiere di New York”: titolo assai lungo ma molto specifico.
Si tratta di un film di formazione, dove si narra l’intera storia (ascesa e discesa) di Norman Oppenheimer, un anziano signore ebreo che gira per le strade di New York spacciandosi per un uomo d’affari. Col suo cappotto color cammello, coppola e tracolla, e con gli auricolari sempre nelle orecchie, passa il suo tempo risolvendo problemi e aggiustando situazioni; millanta conoscenze, fa favori in giro e si imbuca alle cene.
Senza una vera e propria dimora, senza un vero e proprio affare tra le mani, un bel giorno, finalmente, arriva la sua occasione d’oro. Quasi per caso, incontra e socializza con un Eshel, un giovane politico in crisi. Dopo tre anni, questi diventa primo ministro e Norman si ritrova ad essere il suo referente per il mondo degli affari.
Arrivata la sua occasione, riuscirà a convivere con la nuova realtà? In questo film, come in quelli degli ultimi anni, vediamo un Richard Gere più maturo, che interpreta personaggi socialmente impegnativi, che molto spesso sono ai margini della società, e cercano di emergere. Porta in scena una sua personale interpretazione dei ruoli, con una profonda ricerca drammatica che si fonde con il genere più leggero della commedia.
Forse non a caso, nella maturità della sua carriera artistica, sceglie di impersonare uomini con una maggior introspezione e con un vissuto più crudo, in modo da portare lo spettatore a riflettere sulla loro condizione, spingendolo ad immedesimarsi in essi e cercando di trovare un punto di incontro e di confronto con la vita reale.