"Red Joan", Judi Dench indossa i panni di una spia russa

La storia della spia inglese che consegna documenti militari ai russi è la trama del nuovo film dal titolo "Red Joan", con protagonista Judi Dench; nelle sale italiane dal 9 maggio prossimo.

"Red Joan", Judi Dench indossa i panni di una spia russa

Dal 9 maggio sarà possibile vedere nelle sale cinematografiche il film “Red Joan“, con protagonista Judi Dench. Si tratta di una pellicola che racconta la storia vera della scienziata inglese che è stata una spia per i russi dando loro preziosi documenti militari durante la Seconda Guerra Mondiale. Vediamo come è nata l’idea del film e il ruolo della Dench.

Non è la prima volta che l’attrice recita in un film di spionaggio; è già successo nel film di James Bond in cui indossava i panni di M, direttore del Secret Intelligence Service. Ora, invece, interpreta il ruolo di Joan Stanley, un personaggio realmente esistito, una spia che ha prestato servizio presso il KGB fin dalla Seconda guerra mondiale.

Il film è in uscita il 9 maggio per la regia di Trevor Nunn, lo stesso regista che ha già diretto “I miserabili”. La pellicola si basa sull’omonimo libro scritto da Jennie Rooney, che racconta la storia di Melita Norwood, una spia inglese che, per quattro decenni, ha passato documenti militari ai russi in seguito al suo lavoro sulla bomba atomica. La pellicola svela il dietro le quinte del suo lavoro, ma anche di quello di donna e soprattutto di madre.

Dopo anni la sua vita di pensionata viene bruscamente interrotta, in quanto arrestata con l’accusa di spionaggio e alto tradimento ai danni della Corona inglese. Durante l’interrogatorio a cui è sottoposta si svelano misteri e retroscena, oltre alla motivazione che l’ha spinta a diventare spia per i russi. Pian piano si racconta la storia di Joan, giovane che nel 1938, studentessa di fisica, si innamora di Leo Galich, un comunista grazie al quale vede il mondo sotto un altro aspetto.

Durante un lavoro di ricerca nucleare, insieme ad altri scienziati, collabora alla costruzione della bomba atomica. Inoltre, comincia anche a sentirsi in colpa e vergognarsi per gli ingenti danni che la bomba atomica fece ad Hiroshima e a Nagasaki. A questo punto maturò la decisione di tradire il suo Paese, forse per espiare il senso di colpa e fare in modo che quell’arma non venisse nuovamente usata.

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