“Poveri ma ricchissimi” è il sequel del fortunato film “Poveri ma ricchi” che lo scorso anno ha sbancato il botteghino grazie ad una idea originale e ad una comicità capace di trasportare lo spettatore a prescindere dall’età. Il filo sul quale si snoda l’intera vicenda è il divario tra ricchezza e povertà, tra valori concreti e valori artefatti.
La famiglia Tucci, numerosa e allargata come quelle di una volta, proviene dalla periferia estrema di Roma, mastica poco l’italiano ed è culturalmente livellata verso il basso. L’unico componente che sembra essere un fiore nato nel deserto è il figlio Kevi (la ‘n’ finale del nome è stata omessa a causa dell’ignoranza del padre!) il quale, oltre a leggere continuamente, dimostra di avere una dialettica che lascia perplessi i genitori che finiscono per considerarlo ‘strano’ rispetto ai canoni ai quali sono abituati.
La loro vita cambierà radicalmente quando la moglie di Danilo (Christan De Sica), Loredana (Lucia Ocone), riuscirà a vincere una somma di denaro molto ingente al lotto. Da lì inizieranno una serie di escamotage inizialmente volti a nascondere questa loro nuova condizione e che poi sfoceranno nell’ostentazione quando cambieranno città e scopriranno i vantaggi della ricchezza.
Nel sequel si prosegue sulla stessa linea d’onda, la comicità resta invariata, così come l’interpretazione della Mazzamauro che in entrambi i casi canalizza la vena ironica. Ottima l’interpretazione di Lucia Ocono nei panni della moglie di Christian De Sica che in questo secondo episodio sarà la protagonista di varie avventure e sarà anche portata a prendere delle scomode decisioni.
Non è da meno Brignano che in entrambi i film porta in scena un personaggio fuori dalle righe e anche fuori dai canoni classici della famiglia Tucci.“Poveri ma ricchissimi”, nonostante sia stato in grado di strappare risate, soffre del fatto di essere un sequel, così, mentre la storia è nuova e non manca di colpi di scena, l’idea rimane la stessa dell’anno precedente, facendo perdere qualche punto ad una commedia ilare che comunque, nel complesso, non delude.