Perchè "Tre uomini e una gamba" si chiama così

Film iconico degli anni '90 entrato nell'immaginario collettivo con le performance di Aldo, Giovanni e Giacomo. Scopriamo come ha avuto origine. Ritmo incalzante e trio comico.

Perchè "Tre uomini e una gamba" si chiama così

Tutti noi siamo cresciuti con il magico trio di Aldo, Giovanni e Giacomo che ci hanno fatto morire dal ridere negli anni Novanta con i loro film in particolare Tre uomini e una gamba, del 1998 ricordate il Paradiso della Brugola? Giacomino che si sposa, ma niente di serio, la peperonata e scendo? Ma come ha avuto origine questo caposaldo della comicità italiana?

Il titolo deriva da un romanzo di Jerome K. Jerome incentrato su tre amici che risalgono il corso del fiume Tamigi e, nel loro viaggio, tra la campagna inglese e un cane dispettoso, vivono numerose e comiche avventure. intitolato Tre uomini in barca, quindi un’alta letteratura c’è dietro l’interpretazione del film.

Il libro del 1889 – che ha un sottotitolo che recita “per non parlar del cane” – fu un vero e proprio punto di partenza nello sviluppo del soggetto alla base del film; il romanzo non dissimile dal film racconta appunto di tre amici alla ricerca di mille avventure e disavventure in una sorta nel film di road movie, in questo caso la gamba è l’elemento chiave che modifica il corso della narrazione.

Dopo aver vinto il premio Nastro d’Argento speciale ed essere stato candidato per la miglior regia di un esordiente ai David di Donatello nel 1998, Tre uomini e una gamba ha continuato a registrare successi e consensi, rimanendo ancora oggi uno dei film comici più visto e con le frasi più conosciute e ripetute nella storia dei film comici senza precedenti.

Infatti ormai tutti conosciamo le frasi tipiche del film che ripetiamo come un mantra a memoria: E Giacomino si sposa?”…”Quindi domani ti sposi?”“Si ma niente di serio”; Finisco di mangiare la peperonata e scendo”; “Il mio falegname con trentamila lire te la faceva meglio“; “Ma perchè devo essere sempre l’ultimo a sapere le cose”.
Una risata dopo l’altra.

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