Un film distopico, cambia totalmente rotta il regista premio Oscar di Parasite, Bong Joon Ho, che ci sorprende con uno sci-fi ambientato nello spazio più profondo con location Inghilterra, nella profonda agonia al di fuori del pianeta terra, protagonista Robert Pattinson che si immola per salvare l’umanità.
Il film, tratto dal romanzo Mickey7 di Edward Ashton, esplora tematiche legate all’identità, alla clonazione e alla condizione umana; mantenendo lo stile inconfondibile del regista sudcoreano. Il cast è di tutto rispetto vediamo infatti Toni Collette e Mark Ruffalo gli antagonisti del nostro protagonista.
Il cast è molto coeso, c’è un’aspra critica alla società moderna, caratteristica che contraddistingue il regista, che ha voluto anche essere sceneggiatore originale del film, c’è un dibattito sulla società capitalistica e sulla lotta di classe, che vede il potere che padroneggia sui cosiddetti sacrificabili.
Il sito di Rottentomatoes da il 78 % di plauso al film, il che non è eccezionale, seppur Robert fa una prova magistrale, non convince del tutto, infatti il film al botteghino di tutto il mondo, non ha ricevuto il consenso della platea, seppur ostica, anche la critica non è rimasta entusiasta del film.
Il film purtroppo presenta dei buchi di trama non indifferenti, se la prima parte del film è intrisa di mistero e suspance, la seconda presenta criticità e poi il nulla assoluto, la fine non cocnlude il senso della storia. I critici dicono che l’opera non è incisiva e manca di pattern fondamentali per essere compresa, è complessa e ambigua, il cinema del regista non è sempre applicabile ai soliti canoni standard basti vedere l’opera di Parasite fatta di quadrimensionalità anche quest’opera non è per tutti.
Il cinema del regista è d’essai infatti quando sbancò agli Oscar facendo incetta di premi, denotava la sua opera la lotta di classe sociale, caratterizzata anche dai colori preponderanti e le inquadrature a più livelli, tra poveri e ricchi, si può dire certamente che reitera il suo operato anche qui.