Maleficent, il punto di vista del cattivo

Un classico al contrario; un classico visto con gli occhi del male, che alla fine un lato buono lo ha sempre. Che non è gratuita violenza, ma l'esplicazione di un dramma profondo ed intimo

Maleficent, il punto di vista del cattivo

Da qualche tempo nelle sale cinematografiche si da sempre più spazio a quei personaggi più o meno cattivi che hanno segnato l’infanzia e l’educazione di ogni neo-adulto ventenne di oggi. A tal proposito, non si può non consigliare la visione di “Maleficent”, il cui trailer sottintende non solo una grande trama ormai nota nella favolistica occidentale grazie alla Disney, non solo una grande innovazione di immagini, ma soprattutto una meravigliosa prima regia di Robert Stromberg. Nell’impronta registica si riconosce fin dai primi momenti un’influenza dovuta ai suoi precedenti lavori a fianco di Guillermo Del Toro.

Per chi non avesse visto il suo “Labirinto del Fauno”: correte subito a farlo prima di vedere Maleficent perché noterete molti segni ricorrenti e ai due registi molto cari. Primi fra tutti, gli alberi magici viventiSimili scelte anche per la musica; sebbene l’incanto delle lievi e drammatiche note di La Bella Addormentata nel Bosco restino fedeli a loro stesse in Maleficent, e la gigante esperienza di James Newton Howard prosegua una tradizione di film che si discostano per molti aspetti dalle scelte registiche di Del Toro, di certo quelle lievi note ricordano fortemente la melodia cardine di Il Labirinto del Fauno.

Dunque, prima esperienza registica per Robert troppo influenzata dal suo background? Forse. Forse un po’ di Del Toro nel film c’è, ma del resto se il film risulta un Film con la F maiuscola e al contempo stravolge restando fedele alla fiaba che tutti amiamo, perché preoccuparsene?

Un classico al contrario, Maleficent. Un classico visto con gli occhi di quel male, che alla fine un lato buono lo ha sempre. Quel male che non mai è gratuita violenza, ma l’esplicazione di un dramma profondo ed intimo del personaggio, che si sposa perfettamente con la bellezza di un’Angelina Jolie nel pieno della sua forma fisica, recitativa ed espressiva. Non si tratta più di una fiaba limpida e chiara per bambini come lo era quella del cartone La Bella Addormentata del Bosco, e questo non perché il lato oscuro sia per forza migliore, ma perché la principessa indifesa che attende il principe azzurro è un’iconografia tradizionale arcaica che forse è ora di stravolgere… ma questa è un’altra storia!

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