L’ultimo Lupo, il kolossal di Jean-Jacques Annaud

L'ultimo Lupo è un kolossal da 40 milioni di dollari, finanziato dalla Cina, liberamente tratto dal romanzo semi-autobiografico del cinese Jiang Rong. Appuntamento dal 26 marzo prossimo al cinema

L’ultimo Lupo, il kolossal di Jean-Jacques Annaud

Dopo L’orso, del 1988, dal 26 marzo in tutte le sale cinematografiche italiane, Jean-Jacques Annaud presenta il suo nuovo lavoro, dal titolo L’ultimo lupo, film che ha avuto un grandissimo sostegno dallo stesso WWF.

“Mi è stata data carta bianca. Ho scritto il soggetto in piena libertà. Mi sono seduto a tavolino senza nessun obbligo e le riprese sono state molto fedeli al testo. Non sono stato controllato da nessuno. Ho fatto le prime riprese e nessuno mi ha criticato”, ha dichiarato soddisfatto il regista.

L’ultimo Lupo è un kolossal da ben 40 milioni di dollari, finanziato dalla Cina, che considera Il totem del lupo di Jiang Rong un importantissimo monumento cartaceo nazionale.

La pellicola è infatti liberamente tratta dal romanzo semi-autobiografico del cinese Jiang Rong, ed è ambientata in Cina, durante la rivoluzione culturale, in cui Mao inviava giovani “emissari” a educare i nomadi e i pastori delle regioni più remote, provocando un grave danno ambientale.

Nel film sono due gli elementi essenziali: il cuore e la passione politica. Il cuore si nota nella volontà di fare del cinema una macchina di sogni. I lupi protagonisti di questo lavoro cinematografico sono stati i primi ad accorgersene, a partire da Cloudy, che quotidianamente si lasciava coccolare come un cucciolo di cane.

La passione politica si nota dal fatto che, nonostante la storia racconti di una violazione ambientale, il regista continua a proclamarsi a favore della libertà dei popoli e a condannare ogni distruzione della vita, sia essa animale che umana. C’è speranza nel film, che si riflette nel rapporto tra l’uomo e l’animale.

La storia raccontata è quella del giovane Chen Zhen, studente di Pechino, inviato a insegnare a una tribù nomade di pastori mongoli. Un contesto che gli insegnerà tanto, e che lo porterà ad imbattersi nel lupo, un animale che si rivelerà ai suoi occhi, in maniera del tutto differente rispetto a quello che le leggende raccontano e che il governo aveva deciso di eliminare dalla regione.

“La storia da cui è tratto il film chiarisce molto bene come siano saltati gli equilibri su cui si basa la convivenza tra lupi e uomini e quanto questo provochi l’accanimento di questi ultimi verso i predatori”, ha spiegato Donatella Bianchi, Presidente del WWF Italia.

L’emozione del film colpisce inesorabilmente lo spettatore. Magari attraverso questo film, si imparerà a conoscere, nonostante certi indubbi ostacoli culturali, questa specie che rappresenta la natura selvaggia per eccellenza, importantissima per gli equilibri naturali.

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