Arriverà giovedì 11 giugno, nelle sale cinematografiche italiane, La Vita Oscena, il nuovissimo film drammatico del regista Renato De Maria, prodotto da Film Vision, Ministero per i Beni e le Attività Culturali (MiBAC) e Intelfilm, e interpretato da Isabella Ferrari, Miriam Giovanelli, Clément Métayer, Iaia Forte, Anita Kravos, Roberto De Francesco, Duccio Camerini, Eva Riccobono, Andrea Renzi e Valentina Bellè.
Il film ci racconta la storia di Andrea (interpretato da Clément Métayer, il giovanissimo attore rivelazione a Venezia 2012 del film Après Mai di Olivier Assayas), un adolescente atipico, che ama alla follia la poesia e la madre, una giovane donna, brillante e piena di vita che si sta spegnendo giorno dopo giorno a causa di un tumore.
Ma Andrea non ha solo paura di perdere sua madre, perché, come se non bastasse, prima di lei anche suo padre se n’è andato, stroncato, anche lui prematuramente, da un ictus. Una volta rimasto solo con se stesso, Andrea smette di “funzionare”. Quando un incidente domestico lo costringe a trasferirsi a Milano, medita il suicidio e lo persegue con metodo e disciplina. Ma diversamente dal poeta austriaco Georg Trakl al quale si ispira, Andrea non ha ancora finito con la sua vita.
Il film, che è la trasposizione del dolente romanzo autobiografico di Aldo Nove, conferma l’interesse di Renato De Maria per i personaggi che vanno incontro al nulla avendo come unica colpa l’innocenza.
Ecco come il regista Renato De Maria spiega la sua scelta cinematografica: “Ho scelto di fare un film tratto dal libro autobiografico di Aldo Nove, perché dopo averlo letto le immagini evocate da questa storia drammatica ma incredibilmente visionaria, mi hanno ossessionato quasi obbligandomi a farlo. Sono stato attratto dalla possibilità di raccontare sul ritmo di una lingua poetica e capace di immagini spiazzanti, una sorta di odissea pop. Al centro del film c’è Clément Métayer, il giovanissimo attore rivelazione a Venezia 2012 del film Après Mai di Olivier Assayas, che con il suo skateboard e la sua figura fragilmente adolescenziale mi hanno aiutato a trasportare la storia, avvolta nell’amore insostituibile e assoluto per la madre perduta, in un mondo visionario, deforme, onirico, colorato, vicino alla grafica del fumetto, poetico e spettacolare insieme”.