La Sposa Bambina: dal 12 maggio al cinema

La sposa bambina - Mi chiamo Nojoom ho 10 anni e voglio il divorzio arriva al cinema il 12 maggio e racconta la storia di una bambina yemenita di nome Nojoom che non ha ceduto e che è riuscita ad ottenere il divorzio, a soli 10 anni.

La Sposa Bambina: dal 12 maggio al cinema

Arriverà nelle sale cinematografiche del nostro paese il prossimo 12 maggio, distribuito da Barter Entertainment, La sposa bambina – Mi chiamo Nojoom ho 10 anni e voglio il divorzio (titolo originale: Ana Nojoom bent alasherah wamotalagah), l’opera prima della regista yemenita Khadija Al-Salami, basata su una storia vera e tratta dall’omonimo racconto autobiografico scritto da Nojooud Ali e della giornalista Delphine Minoui.

La pellicola, che è sostenuta  da Amnesty International e che è anche fortemente autobiografico, dato che ripercorre il vissuto della stessa regista, racconta la storia di una bambina yemenita di nome Nojoom che, per volere della sua famiglia, è stata costretta a sposare un uomo di 20 anni più grande di lei e a subire ogni sorta di violenza fisica e psicologica.

Quella del matrimonio tra una bambina e un adulto, sebbene sia un’usanza arcaica, è una pratica tristemente diffusa nello Yemen ed è considerata legittima e soddisfacente per la dote derivante.

Nojoom, però, non ha ceduto. Ha resistito e si è opposta a tutto ciò, rifiutandosi di avere rapporti con l’uomo che, in seguito al suo rifiuto, l’ha riportata dai genitori. Dopo essere riuscita a fuggire anche dalla sua famiglia, Nojoom riesce anche ad ottenere un’istruzione frequentando una scuola e ad ottenere il divorzio, a soli 10 anni.

La sposa bambina – Mi chiamo Nojoom ho 10 anni e voglio il divorzio è un film denuncia che ha vinto numerosi premi, tra cui il Best Fiction al Dubai international film festival (DIFF), il Premio della giuria all’Arabian Sight Film Festival di Washington D.C e il Miglior film del 2016 all’Award London Asian Film Festival e che fa capire quanto sia importante battersi e non voltarsi dall’altra parte perché l’unica arma che abbiamo per far sì che tutte le bambine del mondo abbiano gli stessi diritti, mettendo fine al perpetuarsi di tradizioni arcaiche alimentate dall’ignoranza e dalla povertà, è la conoscenza.

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