Julia Roberts confessa che la sceneggiatura originale di “Pretty Woman” non prevedeva il lieto fine

A distanza di quasi 30 anni dall’uscita di un film cult come “Pretty Woman”, Julia Roberts ha svelato che la sceneggiatura originale della pellicola era di ben altro tenore rispetto a quella che tutti noi conosciamo.

Julia Roberts confessa che la sceneggiatura originale di “Pretty Woman” non prevedeva il lieto fine

Strano ma vero, eppure “Pretty Woman“, una delle commedie romantiche più famose della storia del cinema, era stata inizialmente ideata come film drammatico. A rivelare questo dettaglio è stata Julia Roberts, la protagonista della pellicola, intervenuta come ospite nel corso del celebre show americano “Variety’s Actors on Actors”.

La 52enne diva di Hollywood ha infatti raccontato che la sceneggiatura originale era completamente diversa da quella che ha fatto appassionare milioni di spettatori sparsi in tutto il mondo. La protagonista Vivian Ward, una prostituta inesperta ed impacciata, dopo essersi incontrata con un ricco e affascinante uomo d’affari, non riusciva a far breccia nel suo cuore.

La trama molto più dark rispetto a quella che ha riscosso grande successo, puntava a far emergere la profonda incompatibilità tra due persone di rango sociale diverso. In altre parole il messaggio che si voleva far passare era quello che in un caso come quello in oggetto abbattere le barriere sociali diventa un traguardo pressoché impossibile da raggiungere.

Da qui si spiega la mancanza dell’happy ending che ha invece caratterizzato la pellicola del 1990. “Il finale doveva essere triste e vero, con me che tornavo alla mia vita di sempre, scaricata da un’auto di lusso in un vicolo sporco e buio e la pellicola doveva essere un film oscuro e grintoso, non quella commedia rosa che è poi diventato”, ha precisato la Roberts, che ha anche spiegato i retroscena di questo netto cambio di rotta.

A rivoluzionare il progetto fu il fallimento della piccola casa di produzione che si sarebbe dovuta occupare del lancio del film. A rilevarla fu la Disney, che si trovò tra le mani una storia interessante, che necessitava però di essere rimaneggiata. Anche perché per la parte del businessman venne ingaggiato un sex symbol come Richard Gere, le cui numerosissime fan non avrebbero sopportato l’idea di vederlo nei panni di uno spietato e cinico uomo d’affari. Per rendere il prodotto più commerciale fu una logica conseguenza trasformare la pellicola in quella che è diventata un’iconica commedia romantica.

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