"Il cattivo poeta", nei cinema il film su D’Annunzio

Dal 20 maggio la pellicola di Gianluca Jodice racconta, nelle sale cinematografiche, gli ultimi anni di vita di Gabriele D'Annunzio, poeta, artista, soldato, politico, comandante e tanto ancora.

"Il cattivo poeta", nei cinema il film su D’Annunzio

Il nome di Gabriele D’Annunzio ha segnato profondamente la storia del primo Novecento italiano ed è stato esponente di spicco del fermento culturale e sociale di quegli anni. Le sue memorabili gesta eroiche saranno raccontate sui libri di storia e le sue opere letterarie trascritte su quelli di letteratura. Artista seguace della corrente decadentista dai comportamenti trasgressivi e licenziosi, esteta e dandy del tempo.

Una biografia intrigante costellata da mille avventure, una vita senza noia vissuta come fosse “un’opera d’arte”. Fervente interventista e poeta-soldato della grande guerra al fronte contro gli austriaci, il vate si fece portavoce del malcontento dei reduci prima maltrattati al fronte e poi arrabbiati con un governo irriconoscente.

Nessuno seppe dirlo meglio di lui: “vittoria mutilata”. Esacerbando gli animi di chi sentiva sprecato il grande sacrificio di carne e sangue offerto alla causa di un Paese bistrattato e mal ricompensato dai trattati di pace. Al grido di “ardisco non ordisco!” e con l’appoggio di alcuni reparti regolari dell’esercito, un manipolo di ex combattenti lo seguì nell’epica impresa di Fiume.

“Città di vita” e “irridente” annessa con la forza come legittima riappropriazione territoriale. L’avventura fiumana fu un fuoco di paglia ma mise in luce le debolezze di quel governo e forse seminò le basi per ciò che avvenne negli anni successivi. Il risentimento anti europeo, le aspirazioni coloniali, lo spirito nazionalistico e la celebrazione della guerra come “unica igiene del mondo” furono successivamente presi in prestito dall’astro nascente della politica Benito Mussolini per acquisire consensi popolari e salire al potere.

Due personalità carismatiche animate da forti patriottismi e ideologicamente accomunati dall’avversione verso il “pericolo rosso” dilagante in quel periodo. Tuttavia il fascismo fu regime totalitario e quindi in contrasto con l’idea libertaria contemplata dal poeta nella “Costituzione del Carnaro”. Quando il duce decise di marciare su Roma, la figura di D’Annunzio iniziò la sua eclissi, forse oscurata per una visibilità ormai divenuta troppo scomoda ma pur sempre incensata e onorata dal regime.

Nei primi anni ’20 lo scrittore abruzzese si ritira quindi a vita privata sulle rive del Garda, in quello che sarà poi indicato come il Vittoriale degli italiani, oggi meta di numerosi visitatori. Il film di Jodice “Il cattivo poeta“, nelle sale cinematografiche dal 20 maggio, racconta proprio quegli ultimi anni di esistenza del poeta, fatti di prese di posizione in contrasto con quelle nazionali.

Come la sua assoluta contrarietà all’alleanza con la Germania nazista e il suo disprezzo verso Hitler, a favore invece di un’intesa con la Francia. Oramai l’Imaginifico era guardato con sospetto, tanto da convincere il regime a mettergli un federale alle costole per meglio monitorare i suoi comportamenti sovversivi. Marcando stretto lo scrittore infedele, alla fine lo zelante funzionario metterà in discussione le sue cieche convinzioni.

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