Gabriele Muccino farà un film sul Coronavirus: “Mandatemi le storie”

Il famoso regista Grabriele Muccino è intenzionato a creare un film avente come tematica principale il tanto temuto Coronavirus, riportando su pellicola questa parentesi storica.

Gabriele Muccino farà un film sul Coronavirus: “Mandatemi le storie”

Non solo spunti negativi è possibile trarre dalla pandemia da Coronavirus che ha investito tutto il mondo. C’è chi infatti, riesce a vedere il bicchiere mezzo pieno, riuscendo a trarre una sorta di ispirazione da un evento tragico che ha riguardato il mondo intero. Questo è stato infatti il casa del noto regista pluripremiato Grabriele Muccino.

Il regista afferma, in una lunga intervista concessa a “Leggo.it“, che ha intenzione di fare un vero e proprio film su questa parentesi dell’umanità ai tempo del Coronavirus. Un virus che ha di certo investito la vita di tutta la popolazione, spezzando vite, e continuando a farlo senza tregua. Ed è proprio questo che Muccino vuole riportare su pellicola, lasciare una prova tangibile di questo periodo storico.

Muccino ha intenzione di creare il suo film su una base cruda, veritiera, che parla di persone e di fatti realmente accaduti, tanto che ha invitato tutti, amici, parenti, fan, di inviare le proprie storie di vita vissute in questo periodo alla sua email personale (per chi fosse interessato: [email protected]).

A tal proposito infatti il regista afferma: “Voglio fare un film su questo momento storico. Un racconto corale, con tanti personaggi, basato sulle storie che riceverò: Il grande caos“. Senza paura dei famosi detrattori, di chi criticherà la sua idea, accusandolo di opportunista, ma a Muccino questo non importa, riportando un esempio molto incalzante: “Rossellini ha fatto Paisà quando ancora avevamo i tedeschi dentro casa“.

In un Italia dilaniata sotto il profilo sociale, economico, ed anche nel campo cinematografico, Muccino ritrova una nuova ispirazione e, con rinnovata curiosità, si accinge ad immortale un periodo oscuro per l’umanità ma che, a detta del regista, saprà uscirne rinnovata e con maggiore consapevolezza della tecnologia, non più mezzo di ostentazione fatua, ma bensì di unione, aggiungendo: “Ora riscopriamo la necessità di dialogare. Come accadeva a Floyd quando faceva la videochiamata a sua figlia in ‘2001: Odissea nello Spazio’ di Kubrick“.

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