Festival del Cinema di Venezia, presentato il film girato sul Pollino

Tra le opere italiane che concorreranno per il Leone d'oro anche il film Il Buco di Michelangelo Frammartino, girato tra Civita, Cerchiara di Calabria e San Lorenzo Bellizzi.

Festival del Cinema di Venezia, presentato il film girato sul Pollino

Sono 5 le opere italiane in gara per il premio del Leone d’oro della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica organizzata dalla Biennale di Venezia e diretta da Alberto Barbera, che si svolgerà al Lido di Venezia dall’1 all’11 settembre 2021: America Latina dei fratelli D’Innocenzo, Freaks Out di Gabriele Mainetti, Qui rido io di Mario Martone, È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino e Il buco di Michelangelo Frammartino.

In particolare per il “Buco” di Frammartino sono state individuate quattro suggestive location come l’Abisso del Bifurto, i piani del Pollino, San Lorenzo Bellizzi, le fiumare di Civita e Cerchiara, scenari montuosi al confine tra Calabria e Basilicata di una bellezza selvaggia e incontaminata, dove le comunità hanno ancora un legame rispettoso della natura, in contrasto con la cultura occidentale.

Il film vanta della produzione del Doppio Nodo Double Bind con Rai Cinema, in coproduzione con Société Parisienne de Production ed Essential Filmproduktion, con il sostegno di MIC – Direzione Generale Cinema, Eurimages, Calabria Film Commission, Regione Lazio, CNC – Aide Aux Cinémas Du Monde, Arte France Cinéma, ZDF/ART, Medienboard Berlin Brandenburg, Cinereach, e con il patrocinio di Parco Nazionale del Pollino, Comune di San Lorenzo Bellizzi e la Società italiana di Speleologia.

Il regista Michelangelo Frammartino ha scelto di raccontare la storia di un gruppo di 12 speleologi che, in pieno “boom economico”, hanno deciso di raggiungere il Sud ed immergersi nel buio tetro di una grotta. Ed è una strana coincidenza che la prima società speleologica moderna e francese, sia nata nel 1895, proprio nella stessa data del cinema e della prima pubblicazione di Freud, padre della psicanalisi, che parla di inconscio.

Infatti, nell’agosto del 1961, i giovani membri del Gruppo Speleologico Piemontese puntano alla regione del Sud, nel desiderio di esplorare altre grotte sconosciute ancora all’uomo, immergendosi nel sottosuolo dell’italia meridionale che, in quel preciso periodo storico gli abitanti stavano abbandonando. E proprio nel Pollino, in Calabria, scopriranno la seconda grotta più profonda del mondo, l’Abisso di Bifurto di Cerchiara di Calabria, detta anche Fossa del Lupo, ossia un profondo inghiottitoio che scende in verticale per ben 683 metri.

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