Il cinema di Ari Aster, o si odia o si ama, il regista famoso per Midsommar e Beau ha paura ha presentato al Festival di Cannes, con il cast originale in un bagno di folla, il suo ultimo film Eddington, cosa si può dire del suo simbolismo nei film? Anche stavolta un’opera controversa, ambientata durante il covid 19 nel 2020.
Ari Aster con Eddington, in concorso al Festival di Cannes 2025, cambia registro dopo gli horror Hereditary e Midsommar – Il villaggio dei dannati affidandosi al thriller sociale per raccontare un’America barcollante, opportunista, contaminata da razzismo, fake news, social media fuori controllo e abuso di potere.
Volevo mostrare come ci si sente a vivere in un mondo in cui nessuno riesce più a capire cosa sia reale e cosa no, ha detto il regista, Nell’escalation, gli eventi si fanno sempre più serrati, allucinati e a tratti demenziali, quasi fossimo in una black comedy dei fratelli Coen, Il film parte con intenti chiari: la denuncia di quello che l’America rappresenta oggi e della sua contaminazione globale.
Come già detto per i precedenti è un film che amerete o odierete come tutto il suo cinema, 6 minuti di applausi a Cannes per il suo film in cui Phoenix si è molto emozionato, Pedro Pascal alla conferenza stampa fa un discorso politico, una edizione ricca di polemiche; ma Eddington è molto più di questo, è una sottotrama, Aster utilizza un linguaggio visivo ricco di simboli e immagini ambigue, invitando lo spettatore a interpretare i suoi film e a scoprire le loro connessioni nascoste.
I suoi film sono profondamente radicati nella psiche dei personaggi, esplorando i loro traumi, le loro paure e i loro legami familiari. Preparatevi quindi alla follia nel suo genere più puro, se volete guardate la sua filmografia precedente vi aiuterà per esplorare al meglio la sua connessione artistica.