Auguri a “Psycho”, il cult movie di Alfred Hitchcock compie 60 anni

Il capolavoro cinematografico del maestro del brivido spegne 60 candeline. Per realizzare il cult movie che ha fatto trattenere il fiato a milioni di spettatori, Alfred Hitchcock si ispirò alle vicende reali dello spietato serial killer Ed Gein.

Auguri a “Psycho”, il cult movie di Alfred Hitchcock compie 60 anni

Autentica pietra miliare del cinema internazionale, “Psycho” festeggia in queste settimane 60 anni. Uscito negli Stati Uniti l’8 settembre del 1960, il cult movie sbarcò in Italia il successivo mese di novembre, e da allora è rimasto impresso nell’immaginario collettivo come una delle massime espressioni della settima arte.

Il capolavoro di Alfred Hitchcock interpretato da Anthony Perkins e Janet Leigh, è senza dubbio un fenomeno immortale. L’inquietante scena della doccia, tra le più note dell’intera storia del cinema, continua ancora oggi a far trattenere il fiato. Ma se la trama così la follia di Norman Bates sono cosa ben nota, non tutti sono al corrente che la pellicola più famosa del genio del brivido si ispirò ad un romanzo di Robert Bloch del 1959, a sua volta basato sulle vicende reali di Ed Gein, uno spietato serial killer che negli anni Cinquanta terrorizzò il Wisconsin.

Arrestato a seguito dell’omicidio di Bernice Worden – commessa di una drogheria e madre del vicesceriffo della zona – le autorità si trovarono di fronte ad un personaggio efferato che aveva trasformato la sua abitazione in una casa degli orrori. Dopo aver decapitato la sua vittima, nel rapporto della polizia si menziona come avesse legato il corpo per le caviglie, e dopo averlo “squartato come un cervo”, voleva appendere al muro la testa a mo’ di trofeo di caccia.

Ma fu solo l’inizio: in casa vennero ritrovate numerose parti del corpo di altre vittime. Tra gli oggetti più macabri e rivoltanti, gli inquirenti catalogarono un cestino di pelle umana, una serie di teschi che “adornavano” la testiera del letto, nove vulve in una scatola di scarpe, un corsetto ricavato da un torace femminile scuoiato dalle spalle alla vita, calotte craniche usate come ciotole, una cintura realizzata facendo uso di capezzoli umani, femori sostituiti alle gambe del tavolo e una colonna vertebrale riadattata all’uso di lampada.

Fu quindi lo stesso Ed Gein, assassino seriale necrofilo e cannibale, a porre le basi per il successo planetario del film. Per evitare la scure della censura, Hitchcock non portò però in scena i macabri manufatti del “macellaio di Plainfield”, rimaneggiando più volte la sequenza della doccia, dimodoché non risultasse troppo violenta e sanguinosa. Per metterla a punto fu necessaria una settimana di lavori: è solo grazie alla sua maestria se quei 45 secondi di suspense sono entrati a far parte della storia, risultando una delle scene più citate, imitate e parodiate dal mondo del cinema.

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