La sua vita è durata poco, troppo poco. Ma la sua voce resterà nei nostri cuori per sempre. Considerata da molti eccessiva, Amy Winehouse, ha passato la vita ad amare. La sua dipendenza è stata il “cancro” della sua esistenza, così tanto maligno da spegnere la luce dei suoi occhi, quel maledetto 23 luglio 2011.
A quasi quattro anni dalla morte della cantautrice britannica, pare che arriverà molto presto un documentario sulla sua vita, che, promette la Universal, uscirà entro fine anno.
Ci sarà di tutto in Amy, questo docu-film di cui sembra che per ora sia disponibile solo un piccolo trailer, non ancora distribuito ai media, dove ci sarebbero delle foto e dei video della cantante ancora giovane, mentre, durante un’intervista, parla delle sue speranze sul futuro della sua carriera, e sul successo che sperava sarebbe arrivato a breve.
“Circa due anni fa abbiamo deciso di fare un film su di lei, la sua vicenda e la sua carriera. La storia di Amy è complicata e toccante. Abbiamo molti materiali sulla sua famiglia, il successo, la sua dipendenza, ma soprattutto ciò che verrà fuori sarà il suo cuore autentico, quello di una persona meravigliosa e di un vero genio della musica“, ha affermato David Joseph, capo della Universal Music Uk.
Amy ha lasciato un grande vuoto nella musica, che probabilmente non si colmerà mai. Ma per un po’ la riavremo, grazie a questo docu-film, che ci regalerà immagini e video inediti, della voce soul per eccellenza, ma anche e soprattutto un vero e proprio ritratto che ne rivelerà l’umana fragilità. Questo, e molto altro, sarà Amy: emozione allo stato puro.
“Per me è importante essere una brava cantante, ma è altrettanto importante essere originale, essere diversa, fuori dal comune”, affermava l’artista qualche anno fa. Ed era vero, lei era una cantante a tutti gli effetti, ma era anche originale, nessuno sarà mai come lei. Amy Winehouse aveva un’anima soul, ma la sua musica possedeva anche degli elementi jazz anni sessanta, il tutto combinato con un contemporaneo R&B.
Su di lei il rapper Nas ha detto: “Mi ricordo la prima volta che ho sentito la sua voce: ho subito capito che era destinata ad essere una delle più grandi“. Abbiamo perso la più grande voce che sia mai esistita negli ultimi anni, ma soprattutto una ragazza ventisettenne ha perso la vita. Grazie a “Amy” i milioni di fan della Winehouse, ma anche chi non la seguiva, potranno, rivederla, e scoprire molti altri lati di lei che non avremmo avuto modo di scoprire altrimenti.
Concludo con una frase, che ha scritto Teresa Wiltz, del Washington Post, parlando di questa meravigliosa artista:“La sua profondità insolita e la potenza della sua voce, sono quegli elementi che hanno reso il suo tono umano e divino allo stesso tempo”.