Addio a Remo Girone, il Tano Cariddi de "La Piovra"

Si è spento a 76 anni Remo Girone, attore celebre per il ruolo di Tano Cariddi ne «La Piovra» e protagonista di una carriera che ha spaziato dal teatro al cinema internazionale, lasciando un segno indelebile nella cultura popolare italiana.

Addio a Remo Girone, il Tano Cariddi de "La Piovra"

Il mondo dello spettacolo piange la scomparsa di Remo Girone, attore italiano di grande talento, morto improvvisamente all’età di 76 anni nella sua casa di Monaco, dove viveva da anni con la moglie Victoria Zinny. Girone resterà per sempre legato al personaggio di Gaetano «Tano» Cariddi, icona della saga televisiva «La Piovra» (1984-2001), simbolo della complessa connessione tra mafia e finanza.

L’attore ha saputo dare al suo ruolo una profondità rara, trasformando un antagonista televisivo in un personaggio affascinante, intelligente e spietato, capace di rimanere impresso nella memoria collettiva del pubblico italiano. Il debutto di Girone nel ruolo di Tano Cariddi avvenne nel 1987, con la terza stagione della serie. La sua interpretazione si distinse per l’originalità del personaggio: non un semplice boss mafioso, ma un uomo complesso, capace di ambiguità morale e fascino inquietante.

Girone ha accompagnato il pubblico fino alla sesta stagione e, nonostante problemi di salute lo abbiano limitato nella settima, è tornato protagonista nella decima stagione, dopo aver superato un tumore alla vescica, affrontato con coraggio e determinazione. In un’intervista al Corriere della Sera, l’attore aveva raccontato come la moglie avesse contribuito a trovare una soluzione creativa per permettergli di completare le riprese, dimostrando la forza della famiglia e della resilienza personale.

La carriera di Remo Girone si è sviluppata anche nel teatro e nel cinema, collaborando con grandi nomi come Luca Ronconi, Peter Stein, Marco Bellocchio ed Ettore Scola. Ha ottenuto riconoscimenti importanti, come il trionfo al Festival di Edimburgo nel 1996 con «Zio Vanja», e ha lavorato in produzioni cinematografiche internazionali.

Tra i suoi ruoli più recenti si ricordano Enzo Ferrari in «Le Mans ’66 – La grande sfida» accanto a Matt Damon e Christian Bale e apparizioni in «Ma cosa ci dice il cervello» e «The Equalizer 3 – Senza tregua». La sua voce profonda e calda ha arricchito anche doppiaggi memorabili, come il capo Powhatan in «Pocahontas» e Saladino in «Le crociate» di Ridley Scott, sottolineando la versatilità e il carisma dell’attore. Sul piano personale, Girone era sposato dal 1982 con Victoria Zinny, con la quale ha condiviso una vita solida e progetti televisivi, come il varietà «Settimo Squillo».

La sua figura è stata caratterizzata non solo da talento e disciplina, ma anche da una profonda umanità, testimoniata dalla sua capacità di affrontare la malattia e momenti di depressione con coraggio e determinazione. Remo Girone lascia un’eredità artistica straordinaria, segnata da ruoli indimenticabili e da una presenza scenica capace di fondere intensità drammatica e fascino magnetico. Con la sua scomparsa, il cinema, il teatro e la televisione perdono una delle figure più iconiche e rispettate, un artista che ha contribuito a definire un’epoca e a lasciare un’impronta indelebile nella cultura popolare italiana.

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