Il mondo del cinema dice addio ad uno dei suoi mostri sacri. All’età di 91 anni, si è spento il regista franco-svizzero Jean-Luc Godard, uno dei membri fondatori della Nouvelle Vague francese, che ha cambiato per sempre la storia del cinema, influenzando il cinema locale e mondiale ed ispirando registi come Quentin Tarantino.
Secondo quanto riportato dal quotidiano francese Libération, Godard è ricorso al suicidio assistito nella sua casa di Rolle in Svizzera. “Non era malato, era soltanto esausto“, conferma una fonte vicina all’artista citata nella rivista. “Questa è stata la sua decisione, ed era importante per lui che si sapesse“.
Nella sua longeva carriera, oltre 150 titoli tra lungometraggi e corti. Il suo capolavoro, considerato il Manifesto della Nouvelle Vague, è sicuramente “Fino all’ultimo respiro” (A bout de souffle), film del 1959 con Jean-Paul Belmondo e Jean Seberg, che segnò il suo primo lungometraggio. Tra i suoi altri titoli, “Il disprezzo” con Brigitte Bardot e Michel Piccoli, “Il bandito delle 11” nuovamente a fianco di Jean-Paul Belmondo, e “Si salvi chi può (la vita)” con Isabelle Huppert.
In Italia, il regista è stato onorato due volte alla Mostra del Cinema di Venezia. Nel 1983, la giuria presieduta da Bernardo Bertolucci lo insignì del Leone d’oro per “Prénom Carmen“, che ricevette anche un premio speciale della giuria per la fotografia di Raoul Coutard e il suono di François Musy. L’anno precedente, nel 1982, aveva ricevuto il Leone d’oro alla Carriera.
Nel 2011 fu invece insignito dell’Oscar alla carriera, in riconoscimento al suo importante contributo all’arte cinematografica. “Nel cinema francese, fu come un’apparizione. Poi, ne divenne un maestro“, scrive su Twitter il Presidente francese, Emmanuel Macron. “Era il più iconico fra i registi della Nouvelle Vague, aveva inventato un’arte assolutamente moderna, intensamente libera. Perdiamo un tesoro nazionale, uno sguardo da genio“.