Addio a Bo Hopkins star di American Graffiti

Si è spento all'età di 84 anni a Los Angeles l'attore americano noto per aver interpretato "American Graffiti", "Il mucchio selvaggio" e "Fuga di mezzanotte".

Addio a Bo Hopkins star di American Graffiti

Negli anni ’70 c’era un attore che spopolava per aver interpretato il cattivo in vari film, stiamo parlando di Bo Hopkins, spentosi all’età di 84 anni famoso ai più per aver interpretato ClarenceCrazy” Lee ne “Il mucchio selvaggio” (1969), nel ruolo di un rapinatore di banche doppiogiochista in “Getaway” (1972) e nel ruolo di un esperto di armi in “Killer elite” (1975). 

Il suo ruolo di Joe Young, il capo della gang di greaser The Pharaohs in “American Graffiti” (1973) di George Lucas lo ha consacrato come un cattivo di prim’ordine sullo schermo. Era accanto a Burt Reynolds in “McKlusky, metà uomo metà odio” (1973) di Joseph Sargent e nel ruolo di Tex, un uomo misterioso che segna il destino di Billy Hayes (Brad Davis) in “Fuga di mezzanotte” (1978) di Alan Parker.

In televisione l’attore ha avuto anche ruoli ricorrenti come l’adultero Matthew Blaisdel nella serie “Dynasty” , era anche una guest star nella Signora in giallo, A-team ed ha recitato in Bonanza, era nato il 2 febbraio 1938 a Greenville, nella Carolina del Sud, All’età di 39 anni suo padre ebbe un attacco di cuore e morì sulla veranda di casa, a dodici anni scoprì di essere stato adottato, salvo poi conoscere la madre naturale in seguito.

Da giovane era una testa calda rischiò il riformatorio, ed in una intervista disse che non sapeva come sua madre e sua nonna potessero sopportarlo, rubava i soldi a casa per andare di nascosto al cinema con i suoi amici. Inviato a combattere in Vietnam, al suo ritorno dal fronte entrò all’Actors Studio per studiare recitazione.

Tra le successive interpretazioni di Hopkins, da ricordare quelle nel western I giustizieri del West (1975), diretto da Kirk Douglas, in seguito fu nuovamente attivo nel cinema, dove ebbe modo di brillare in U Turn – Inversione di marcia (1997) di Oliver Stone e, negli ultimi tempi, in Elegia americana (2020) di Ron Howard.

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